Molinari, stoccata alla manifestazione: a cosa è servita?

27 Novembre 2010   09:56  

Parlavo con un amico sulla situazione della nostra città. E in particolare dei problemi connessi con la ricostruzione. L’amico mi ha fatto un paragone che mi sembra molto efficace: immagina quando sei in autostrada, piove e cerchi di sorpassare un camion. Davanti non vedi più nulla. Ma guai se ti fermi perché dietro arrivano altre auto.

E’ questa la nostra situazione a L’Aquila. Davanti è tutto confuso, nebuloso. Non si vede la strada. Però guai se ti fermi. Perché il resto del mondo cammina (forse un po’ meno il resto d’Italia!). E allora?

Nei giorni scorsi c’è stata una manifestazione: “L’Aquila chiama Italia”. Secondo gli organizzatori c’erano ventimila persone. Secondo la Questura solo tredicimila. Alcuni miei amici che erano presenti mi hanno confidato che erano molti di meno. Ma il problema non è il numero dei partecipanti. Il problema è: a che cosa è servita questa manifestazione? In modo chiaramente polemico un quotidiano ha intitolato (il giorno dopo!): “Gli infiltrati se sono andati. Ma le macerie restano”.

E resteranno ancora se gli Aquilani non sanno individuare la via giusta per la ricostruzione.

Le manifestazioni (con baci, abbracci e slogan) passano. Ma i problemi restano. E i problemi vanno affrontati in modo caparbio, tenace e competente. E con una forte volontà politica, che vede riunite tutte le forze politiche, fermamente determinate a raggiungere un obiettivo condiviso, che rappresenti il vero bene di tutta la città e il territorio. E’ possibile? Oppure è una speranza impossibile? Continuare a correre senza vedere chiaro davanti a noi, come nel “sorpasso” evocato all’inizio, oltre che pericoloso è impresa sterile, inconcludente, pazza.

Signore aiutaci ad usare la ragione e il buon senso.

Aiuta gli Aquilani a mettere da parte gli interessi personali e di partito.

Aiuta gli Aquilani a trovare la linea comune da seguire per una ricostruzione rapida, rispettosa dei canoni dell’arte e dell’eredità storica.

Aiuta i nostri Amministratori e Politici ad esser un po’ più profeti e meno ragionieri.

Aiuta tutti noi ad esser uniti per un bene che sta a cuore di tutti.

Aiutaci a mostrare l’amore alla nostra città non con le chiacchiere, le manifestazioni inconcludenti e i convegni che promuovono ideali di città irrealizzabili.

Aiutaci ad accettare ciò che, ormai, non è possibile cambiare.

Aiutaci a cambiare tutte le cose che possiamo cambiare, anche riguardo al sogno dell’Aquila futura.

Ed aiutaci a distinguere ciò che è possibile da ciò che non lo è.

Anche questa è saggezza.

Anche e soprattutto questo, nel momento che stiamo vivendo, è un atto di amore alla nostra città.

Giuseppe Molinari
Arcivescovo Metropolita dell'Aquila


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