''Ho cercato di mettermi nei panni del cristiano comune, quel “contadino della Garonne” di cui parlava Maritain. E mi sono chiesto: è possibile riconoscere ancora nelle tesi del partito democratico la consonanza con il Magistero della Chiesa?

L'interrogativo dell'arcivescovo dell'Aquila Giuseppe Molinari, novello contadino della Garonne, suona come una sentenza: è contraddittorio essere buoni cattolici e militare nel Partito Democratico e riconoscersi in tesi laiciste come il riconoscimento delle coppie conviventi, o alle posizioni sulle testamento biologico.

Nessun desiderio di scomunica, e ci mancherebbe altro, aggiunge Molinari, ho cercato solo, spiega di mettermi nei panni del cristiano comune, quel “contadino della Garonne” di cui parlava il filosofo Maritain, costatando che chi vuole rimanere fedele ai valori etici fondamentali del cristianesimo e all’invito alla chiarezza rivolto da Gesù di Nazareth a tutti i suoi discepoli è terribilmente difficile accogliere certe tesi del Partito Democratico, anche se ovviamente è sempre possibile tornare sula retta via...

Nonostante le articolazioni dialettiche, propria dei fini teologi e dei consumati politici dorotei, le parole del vescovo non potevano che provocare dure reazioni nel campo del Partito Democratic,o a cui le parole del vescovo sono suonate come la conferma di una avvenuta folgorazione sulla via di Arcore, cioè come una ecumenica benedizione per il Pdl e per Silvio Berlusconi, nei confronti del quale Molinari ha in questi mesi espresso più volte apprezzamenti e attestati di stima.

Il capogruppo in consiglio comunale Piero Di Stefano va così la contrattacco: «Molinari - afferma in una nota - rappresenta le posizioni conservatrici di una parte della Chiesa che si rifiuta di aprirsi a una realtà ben più complessa''.

Michele Fina segretario provinciale del Pd accusa a sua volta: ''Molinari usa due pesi e due misure. Rileva le presunte incompatibilità del Pd sui temi della bioetica e non si accorge delle incompatibilità, rispetto alla dottrina della Chiesa, di Berlusconi e di alcuni suoi comportamenti''. Fina rende nota poi l'intenzione di voler scrivere una lettera di risposta, a cui probabilmente seguirà una replica, che rinnoverà, in forma epistolare, le medioevali singolar tenzoni tra guelfi e ghibellini.

Filippo Tronca

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