Montorio al Vomano: torna a vivere la tradizione della Madonna del Ponte il 6, 7 e 8 settembre

03 Settembre 2012   15:52  

All’amabile nome della Madonna del Ponte e al culto di San Rocco sono legati dolci ricordi di un tempo lontano quando le festività del 16 agosto e dell’8 settembre erano attese e preparate con entusiasmo e trasporto.

Proprio quest’anno, nelle giornate del6 e 7 e 8 settembre si festeggeranno il ritorno della Madonna nella sua chiesetta che raccolta predomina le sponde del Vomano e il patrone S.Rocco con celebrazioni religiose e festeggiamenti vari.

Anni bui sono trascorsi senza questi appuntamenti sentiti con calore dai cittadini di Montorio al Vomano molto devoti al suo patrono e alla Madonna tanto da indurre la cittadinanza stessa, attraverso la raccolta di fondi, l’aiuto concreto di artigiani locali, il benestare dell’amministrazione comunale e del parroco Don Nicola a riportare all’agibilità il tempietto dopo i danni del sisma del 6 aprile 2009 e a restituire alla popolazione una festa che mancava da tempo.

Della “Cona del Ponte” se ne fa menzione, come ricorda Quirino Celli, nella Bolla di Paolo IV del 1559. Situata a metà del ponte sul Vomano, inserita in una sporgenza del parapetto destro, non si possiedono elementi per poter stabilire la data precisa della sua costruzione, ma si pensa che fu eretta quando nel 1557 sul ponte si abbattè una piena così violenta e paurosa che terrorizzò la popolazione, trascinando alberi, animali di varia specie, devastando i muri della vecchia fontana. Quindi la “Cona del Ponte” sta a significare che gli antichi montoriesi vollero mettere il ponte e l’intero paese sotto la celestiale protezione della Vergine Santissima. Negli anni il suo culto crebbe sempre di più così si pensò di ampliarne la sede e il nuovo tempietto venne inaugurato l’8 settembre 1872. All’interno venne collocato un quadro della Madonna col Bambino ad opera del pittore montoriese Vittorino Scarselli, sostituito poi da una statua anch’essa con il Pargolo divino.

L’8 settembre è data della natività di Maria e per questo si festeggia la Madonna del Ponte. Le festa in passato era molto sentita; i pellegrini, fin dai primi del mese si raccoglievano attorno alla chiesetta rimanendovi tutta la notte in preghiera.

In quei giorni – ci racconta sig. Lucio Nallira, memoria storica montoriese – venivano celebrate messe in continuazione e tutte le sere, alle ore 20 circa, si recitava la Novena della Madonna”. Sui davanzali delle finestre delle abitazioni, che si rispecchiavano sul fiume, si allineavano lucerne a olio recinte da carta velina colorata che generavano un simpatico effetto.

La sera dell’8 settembre – sempre secondo i ricordi del sig. Nallira – partiva la processione con la statua della Madonna del Carmine conservata nella Chiesa di S.Rocco e terminava nel tempietto, dove veniva celebrata la funzione religiosa e riportata poi nel sito di origine. Fu proprio l’arciprete D’Ascanio che, per motivi pratici, sostituì il quadro con la statua nella chiesetta: il quadro era, infatti, troppo grande per essere portato in processione e, attraverso una raccolta di fondi popolari, fu acquistata a Ortisei la statua realizzata da valenti intagliatori trentini che ancora oggi si può ammirare e pregare. Per l’occasione non mancavano bande e divertimenti popolari, la fiera di merci e bestiame, i fuochi d’artificio a mezzanotte a conclusione dell’evento, l’unica occasione in cui erano consentiti, e l’originalissimo “Battello del Vomano”.

Lu Vattille” fu una novità per l’epoca. Come Celli ben descrive fu ideato dagli organizzatori della festa che avevano comprato una barca a Giulianova e trasportata dai muli a Montorio. Il giorno della vigilia della Madonna si cercò di costruire una specie di diga, “na parata” all’altezza di uno sperone roccioso allo scopo di elevare il livello dell’acqua; a sera fu calato “lu vattill” e con bombe e mortai, tra le due truppe di giovani situate sulle sponde si cercò di rievocare la battaglia di Montorio per via acqua. Tutta la popolazione si assiepava sul ponte, sulle rive e sulle finestre delle case era un gran divertimento. Questa attrazione piacque moltissimo e negli anni che seguirono diventò la principale attrattiva della festa.

La festa della Madonna del Ponte è sempre stata molto sentita. Proprio nel 1943 – ci ricorda Nallira – all’approssimarsi dell’occupazione da parte dei tedeschi, l’allora arciprete Valeri che poi fu eletto vescovo dei Marsi, condusse l’intera popolazione a pregare nel tempietto consacrandosi solennemente al cuore immacolato di Maria Santissima. Il 13 giungo 1944 i tedeschi in ritirata fecero saltare il ponte a fianco del tempio che rimase miracolosamente incolume. Il ricordo di tale eventi fu terrificante: boati, vetri rotti, calcinacci e danni che perdurarono per mesi. Montorio fu divisa, ma la chiesa si salvò; testimone ne sono proprio le due targhe ai lati dell’edificio che raccontano proprio del “miracolo della Madonna”.

Anche la festa patronale quest’anno è tornata all’antico splendore dei tempi. La Chiesa di San Rocco fu fatta costruire, secondo la testimonianza di Celli, dalla contessa Camponeschi nel 1527 a seguito della peste, una delle più grandi calamità che la nostra storia ricordi. Montorio non ne rimase immune e la popolazione desolata si rivolse all’aiuto divino e in particolare di San Rocco che a suo tempo aveva prodigiosamente guarito coloro che ne fossero affetti con il semplice tocco della mano, diventando così il patrono di questa malattia. Così fu edificata la Colleggiata di S.Rocco che, grazie alla magnificenza del conte Giovanni Carafa che ne finanziò le decorazioni e alla Bolla di Paolo IV del 1559 con la quale acquisì valore giuridico, divenne unica nel vasto territorio. In questo anno fu istituita la sua prima festa in suo onore. La popolazione, infatti, con esultanza di animi e con giubilo, commossi nel vedere esaltata la propria terra, diedero grandi festeggiamenti e solenni funzioni di ringraziamento; una commissione di cittadini venne inviata, addirittura, a Roma per presentare il devoto riconoscimento e omaggio di tutto il popolo montoriese a Paolo IV. Nel tempo la devozione al Santo acquisì sempre più rilievo. Come Nallira racconta, “ le celebrazioni di San Rocco iniziavano il 6 agosto con la Novena, alle 9 di sera con Don Fioravante D’Ascanio; l’organista Luigi Piersanti, con il supporto di Teodoro Ragusi, Luigi Di Giosia e Carlo Magno cantavano l’Inno a San Rocco; la chiesa veniva addobbata per l’occasione e gli arcipreti indossavano dei paramenti artistici fatti a mano e donati dal cardinale Crescenzi di Ferrara. Dopo di essa i 12 canonici ( la Colleggiata formata da un arciprete, 12 canonici, 21 sacerdoti, 5 diaconi e 9 chierici) si portavano a piedi a S. Giusta e si fermavano in una casa vicino che veniva chiamata “lu casin de l’arciprete”. Quest’ultima era un’abitazione di proprietà parrocchiale dove gli arcipreti potevano rifocillarsi e riposarsi con vino e frutta fresca. La mattina del 16 agosto venivano celebrate messe in continuazione; alle ore 11 c’era quella solenne. Alle ore 18 veniva effettuata la processione con la statua originaria. Quello era un gran giorno di festa per il paese; la gente si riversava sulle sponde del Vomano che era il “mare nostrum”. La domenica successiva veniva allestita la fiera di merci e bestiame in onore del Santo e il suono allegro della banda rallegrava il tutto. Negli anni a venire le due feste hanno perso di importanza e di contenuto e dopo gli anni’80, sebbene non mancassero le celebrazioni religiose ( messe e precessione) e qualche festeggiamento sobrio, non si è più respirata quell’aria di solennità che invece imperava nel passato”.

Quest’anno, però, le cose sono cambiate e grazie all’iniziativa di volenterosi le due feste torneranno alla magnificenza di un tempo. “L’idea di riorganizzare la festa - come affermano i promotori del Comitato Feste patronali, sig. Lidio Berro e sig.ra Annalisa Altieri – è nata da un malcontento generale della popolazione sulla mancanza di celebrazioni per il patrono e la protettrice. Inizialmente avevamo pensato solo alla festa di S.Rocco; successivamente abbiamo appreso che si era costituito il Comitato per la ristrutturazione del tempietto della Madonna e abbiamo proposto allo stesso, che se fossero riusciti a terminare i lavori, di unire i due eventi.. E così abbiamo concordato tre giorni di festa che culminano l’8 settembre con la Santa Messa e la Santa processione dove verranno adorate la statua originaria di San Rocco e quella della Madonnina del Ponte che finalmente tornerà nella sua casa. La banda allieterà il tutto e sfilerà per le vie del paese per preannunciare il lieto evento, coinvolgendo l’intera popolazione che ci auguriamo accorrerà numerosa. Tutto il centro cittadino verrà interessato con l’esibizione di gruppi musicali in piazza Orsini ( prima serata revival anni’80, poi cover dei Pink Floyd e liscio nella serata finale), punti di ristoro e gastronomia in Corso Valentini, toneo di Burraco presso la “Fontana Vecchia” e anche un gioco di colori nei giardini in Via degli Orti, dove i bambini dipingeranno un intero muro messo a disposizione al fine di esprimere la loro vena artistica. Il tutto, teniamo a precisarlo, verrà realizzato grazie alla partecipazione popolare… noi personalmente abbiamo visitato le famiglie che hanno donato un piccolo contributo, felici che finalmente anche Montorio potrà onorare i suoi Santi protettori”.


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