Le analisi del sangue, che servono a misurare la quantità di metalli pesanti, non hanno rilevato livelli di tossicità.
Il test preliminare, che calcola la radioattività nei tessuti, segnala invece radiazioni oltre i limiti di guardia. A scoprirle, sul corpo di Imane Fadil, la modella testimone nel processo Ruby, secondo quanto riferisce il Corriere della Sera, un laboratorio specializzato di Milano incaricato dalla Procura, che indaga per omicidio volontario. E ora come ora nessuno si può avvicinare al corpo della 34enne: la conferma arriva dall’obitorio milanese dove si trova, in attesa dell’autopsia, il cadavere. ''E’ una disposizione dell’autorità giudiziaria - dice all’Adnkronos un addetto - non possono vederla nemmeno parenti o amici’’.
Prima degli esami con 'test tossicologico su metalli' da cui è emersa la contaminazione, che avrebbero richiesto una decina di giorni e sono stati eseguiti in un laboratorio specializzato di Pavia, anche i primi test tossicologici su Imane erano risultati negativi.
Solo l'autopsia ora e l'analisi dei tessuti, che sempre secondo quanto si apprende dovrebbe essere eseguita mercoledì o giovedì, dovrebbe accertare se è stata proprio l'esposizione a sostanze radioattive a causare la sua morte. L'autopsia, ad ogni modo, avrebbe potuto essere eseguita subito, sia il giorno della morte, quando è stato disposto il sequestro di tutta la documentazione clinica e della salma, sia il 6 marzo, quando l'Humanitas ha ricevuto gli esiti tossicologici e li ha comunicati agli inquirenti.