Nessuna anomalia dietro la morte di Eluana

Intanto c'è chi fa testamento su YouTube

11 Febbraio 2009   14:05  

Eluana Englaro si è spenta per arresto cardio-respiratorio indotto da disidratazione. E' quanto ha dimostrato l'esito dell' autopsia condotta dai medici legali ieri pomeriggio sul corpo della donna di Lecco. I primi risultati dell'indagine autoptica, durata oltre tre ore, sembrano confermare il protocollo medico approvato dalla Corte d'appello di Milano, relativo alla sospensione dell'alimentazione forzata eseguita dalla clinica di Udine . Il responso tuttavia, privo degli risultati relativi ai rilievi tossicologici non ancora disponibili, pare non abbia fugato i dubbi di quanti credono si nasconda un' eccesso di sedazione dietro la "repentina" scomparsa di Eluana.

L'interruzione graduale dell'alimentazione artificiale (via sondino nasogastrico) della donna era iniziata lo scorso venerdì, alle sei del mattino. Medici coinvolti nella vicenda ed esperti intervistati dai media avevano spiegato che il blocco della nutrizione sarebbe divenuto "irreversibile" a 48 ore dal suo inizio, ma avevano indicato una prospettiva di vita pari a due, massimo tre settimane. Nessuno si aspettava che Eluana se ne andasse nel giro di tre giorni. Ma la famiglia Englaro non ha dubbi sulla regolarità dell'intervento medico che ha posto fine al calvario della figlia, e chiede anzi che le ultime ore di vita dell'organismo di Eluana vengano passate al setaccio, rese accessibili e trasparenti a chi, dopo tutto, ha ancora la forza e il coraggio di gridare all'assassinio, di sparare a zero su medici, magistrati, e parenti, quasi fossero criminali lasciati a piede libero.



CAMPEIS "CHE SI VADA FINO IN FONDO, POI VERRA' IL NOSTRO TURNO"

Un comportamento ritenuto inaccettabile dai legali della famiglia Englaro, che attendono con ansia la fine delle indagini per chiedere a loro volta giustizia sulle affermazioni, gli impedimenti, le campagne mediatiche che hanno fatto del corpo di Eluana il campo di battaglia ideologico di un'Italia che non sa ancora trovare un equilibrio tra pubblico e privato, privacy e libertà di parola, Stato e Chiesa, legalità e potere politico.

"Che si vada fino in fondo. Quando l'inchiesta avrà chiarito ogni cosa, verrà il nostro turno". Ad affermarlo con tono civile ma impregnato di rabbia repressa Giuseppe Campeis, legale di Beppe Englaro e dell'anestesista Amato De Monte, che al momento consiglia ai propri assistiti di non replicare, di non dare soddisfazione a quanti vorrebbero scadere nello scontro ideologico piuttosto che riflettere sulla strada da seguire per colmare il deficit legislativo di vicende come questa. Verrà il momento, fa capire Campeis, in cui la faccenda sarà completamente chiarita. Sarà allora che quanti hanno parlato oltrepassando la soglia del senso morale ed etico dovranno rispondere in sede civile e penale di quanto hanno detto o fatto contro gli Englaro, e contro i medici che hanno dato esecuzione alla sentenza. " Chi ha parlato di omicidio tutti l'hanno sentito" ha aggiunto il legale, che non esclude di muoversi anche contro determinati esponenti politici: "L'immunità non è completa, è limitata. E comunque recenti sentenze della Cassazione ci danni dei margini di azione".

Ma la polemica continua ad incalzare e gli animi sono ben lungi dal calmarsi. Sono tanti gli esposti che continuano a piovere sulla scrivania del procuratore Antonio Biancardi, di cui alcuni "completamente privi di fondamento" o addirittura “farneticanti”. "Al momento - ha commentato ieri il procuratore generale, Beniamino Deidda - Non c'è notizia di commissione di alcun reato. Proseguiremo seguendo rigorosamente la prassi che si usa in questi casi". Oltre alla nomina dei periti e alla richiesta dell'autopsia da parte della Procura, è stata aperta anche una procedura istruttoria nei confronti dello staff medico che ha assistito Eluana nell'ultimo viaggio, un atto di routine, già eseguito per Mario Riccio, l'anestesista di Piergiorgio Welby, successivamente prosciolto da ogni accusa.
Giunta al termine invece l'indagine condotta dai Nas sulle presunte irregolarità amministrative della struttura sanitaria "La Quiete": spediti nella clinica dal ministro Sacconi lo scorso venerdì, i carabinieri non hanno rilevato alcuna anomalia amministrativa o funzionale nella gestione del protocollo medico previsto dalla sentenza per il trapasso di Eluana. Il documento è giunto a decesso ormai avvenuto, confermando quanto gli Englaro e i loro legali avevano dichiarato senza sosta fin dall'arrivo della donna nella casa di riposo di Udine.

BUFERA IN PARLAMENTO. ALIMENTAZIONE FORZATA PER TUTTI

 Intanto in Parlamento imperversa la bufera sulla legge in materia di fine vita che l'Esecutivo aveva accelerato per impedire la morte della Englaro. L'ultima affermazione del ministro della giustizia, Angelino Alfano, espressa davanti alle telecamere di Ballarò ieri sera ha incendiato gli animi di un' opposizione ancora divisa tra sostenitori della libera scelta e assertori dell'alimentazione artificiale ad ogni costo. "Eluana è morta di sentenza"- ha detto Alfano durante la trasmissione- Se oggi, tra il rammarico e la tristezza che ci avvolge ci chiediamo, e personalmente e' una domanda che non mi abbandona da 25 ore, di che cosa e' morta Eluana, non possiamo dire che sia morta nell'incidente stradale di cui e' stata vittima nel '92, perche'a quell'incidente è sopravvissuta per 17 anni; e non possiamo dire che sia morta di protocollo perche' di protocolli non si muore, ne' alcun medico avrebbe potuto applicare a lei quel protocollo se non vi fosse stata specifica possibilita' giuridica". Le parole del ministro si scagliano contro la sentenza della Corte d'appello milanese, facendo trasparire l'intenzione politica di non permettere più in futuro una tale prassi giuridica.
Lo dimostra l'approvazione, avvenuta ieri in Senato, della mozione avanzata da Pdl e Udc a favore dell'alimentazione forzata dei pazienti non in grado di provvedere a se stessi, seguita dal rifiuto della modifica proposta dal Pd, nella quale si chiede che il distacco del sondino venga invece permesso nel caso il paziente l'abbia espressamente richiesto in una dichiarazione anticipata sul trattamento sanitario.

E se la politica sembra non voglia riconoscere il diritto del cittadino ad autodeterminarsi nel momento della morte, molte sono le persone che tutelano la propria libertà di scelta con video, scritti, confessioni private e pubbliche, in cui chiedono espressamente venga loro risparmiata qualsiasi forma di accanimento terapeutico, in situazioni di conclamata irreversibilità dello stato vegetativo o comatoso. Numerosi i video caricati negli ultimi giorni su youtube, accorati e spontanei appelli alla libertà, approntati nella consapevolezza che una vera legge sul testamento biologico si farà attendere ancora a lungo. Segue il video di una giovane che ha usato la rete per per esprimere il proprio orientamento in materia di fine vita.

CHI HA VISTO ELUANA E' IN STATO DI SHOCK

E' stata l'unica giornalista ad entrare nella stanza di Eluana Englaro. Si chiama Marinella Chirico, giornalista del Tgr Friuli Venezia Giulia, uno dei pochi addetti all'informazione che ha potuto constatare con mano lo stato "devastante" in cui versava la donna di Lecco prima del decesso. "Era da tempo che seguivo questo caso - ha raccontato in diretta tv la giornalista- e il rapporto, da professionale che era, si è poi trasformato in rapporto di stima e affetto, prima con il dott. De Monte e poi anche con gli stessi familiari di Eluana".
Dopo il crescendo crudele e convulso di polemiche e proteste che ha raggiunto la famiglia Englaro, alla Chirico è stato chiesto di verificare di persona le condizioni organiche della donna in stato vegetativo da 17 anni, e di riportarle in modo da testimoniare quanto diversa fosse l'immagine recente di Eluana dalle decine di foto che la ritraevano sveglia e piena di vita mostrate in tv : "... sono entrata nella cameretta di Eluana. L’impatto è stato fortissimo e posso dire che Eluana è esattamente come si può immaginare possa essere una donna in stato vegetativo da 17 anni: irriconoscibile, assolutamente irriconoscibile rispetto alle foto che si vedono, una donna completamente immobile che gli infermieri e i sanitari erano costretti a spostare ogni due ore per evitare che il corpo si piagasse. Le orecchie però avevano delle lesioni in quanto unica parte che non si poteva tutelare. Una situazione devastante".


Giovanna Di Carlo

 

 


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