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''La ricostruzione dell'Aquila è una priorità per il governo''. Lo il ministro Carlo Trigilia, che dopo aver incontrato i sindaci dei 56 comuni terremotati del cratere, ha oggi partecipato alla seduta straordinaria del consiglio comunale dell'Aquila, ribadendo le rassicurazioni già espresse in mattinata. Ovvero che c'è l'impegno a trovare risorse certe e costanti, nonostante le difficoltà economiche del paese.
E il ministro provocando un brusio di clamore ha anche detto: ''La ricostruzione deve essere conclusa anche in un tempo minore rispetto agli otto anni indicati nell'attuale cronoprogramma''
Parole che però sembrano riferirsi ad un altro pianeta, rispetto almeno a quello che nelle stesse ore accadeva a Roma, dove la Ragioneria dello Stato ha negato il via libera, per mancanza di copertura economica, all' emendamento per far arrivare al cratere abruzzese un miliardo e 200 milioni di euro per la ricostruzione spalmati da qui al 2019.
Una notizia che aveva fatto dire al sindaco Cialente, alla vigilia dell'incotro con il ministro: "Se e' cosi vuol dire che questo non e' più' un Paese guidato dalla politica ma da alcuni burocrati che hanno questa idea dell' Europa. E allora apriamo una vertenza con l' Europa''.
Perché, come più volte è stato spiegato al ministro, anche nel corso del consiglio straordinario, se lo Stato italiano, mettendo in discussione l'ottusa e rovinosa politica di austerity e di tagli imposta da Bruxelles, non investirà almeno 1,2 miliardi di euro l'anno, la ricostruzione abruzzese resterà una chimera, durerà decenni, e si perderà pure una straordinaria occasione di rilancio economico e occupazionale per tutta l'Italia, visto che sono interessate a lavorare nel cratere sismico quasi 2000 aziende provenienti da 80 province.
Nel servizio tg i commenti di fuoco dell'assessore alla ricostruzione Piero Di Stefano che parla di ennesima passerella tra le macerie di un politico mandato da Roma.
di Filippo Tronca
immagini e montaggio di Marialaura Carducci