Nuove regole per il contributo di autonoma sistemazione

03 Settembre 2010   11:11  

Chi tonrerà a vivere a L'Aquila e non possiede case agibili nel territorio aquilano manterrà l'assegno di autonoma sistemazione. Non varrà per loro  cioè l'ordinanza che da settembre ha fatto cessare l'assegno agli sfollati che posseggono un'altra casa di proproietà, oltre a quella distrutta dal sisma, nel territorio della provincia, o per quanto riguarda l'epicentro aquilano, nei 16 comuni limitrofi.

I dettagali del provvedimento voluto dal sindaco Massimo Cialente nel seguente comunicato stampa:

'' Può chiedere il mantenimento del contributo di autonoma sistemazione chi, avendo lo stabile domicilio all’Aquila il 6 aprile 2009 e avendo poi scelto una dimora temporanea al di fuori dell’Aquila, dal 31 agosto scorso perdeva questo beneficio secondo quanto disposto dall’ordinanza del presidente del Consiglio n. 3870. Ciò, a condizione che torni nel territorio comunale del capoluogo abruzzese. Tale possibilità è stata concessa dal sindaco Massimo Cialente, allo scopo, per l’appunto, di favorire il rientro delle famiglie in città.

Cosa diceva l’ordinanza n. 3870

Chiunque aveva una casa di proprietà – sua o di un componente del suo nucleo familiare – nel territorio provinciale in cui si era stabilito temporaneamente dopo il sisma del 6 aprile dello scorso anno, perdeva il diritto all’ospitalità alberghiera dal 17 giugno, mentre il beneficio del contributo di autonoma sistemazione scadeva il 31 agosto. Ad esempio, chi aveva lasciato L’Aquila dopo il terremoto dell’aprile scorso e si era trasferito a Pescara, ma lui o la sua famiglia avevano un alloggio di proprietà agibile e idoneo a Montesilvano, perdeva il contributo da martedì scorso. Per L’Aquila, questo riferimento territoriale era limitato all’ambito urbano di mobilità. Vale a dire che una famiglia che era rimasta in città in autonoma sistemazione, con la sua abitazione principale inagibile, vedeva cessare dal 31 agosto il diritto al contributo solo se aveva un’altra casa idonea all’Aquila o nei 16 comuni più vicini. Vista tale novità, il Comune dell’Aquila effettuò un censimento per la consegna di auto-dichiarazioni, con scadenza il 3 giugno scorso.

L’opportunità concessa dal Sindaco

Le famiglie che si trovano in queste condizioni, qualora tornino nel territorio comunale dell’Aquila, potranno chiedere il mantenimento del contributo. Questa l’opportunità concessa dal Primo Cittadino “con l’obiettivo – ha affermato Cialente – di proseguire nell’operazione di riportare tutti gli Aquilani all’Aquila. E’ una promessa che ho fatto e che intendo mantenere utilizzando tutti gli strumenti che le normative ci consentono, attraverso una più efficiente e razionale assegnazione degli alloggi Case e Map, di quelli del fondo immobiliare e permettendo agli aquilani che tornano in città di continuare a percepire il contributo di autonoma sistemazione, nonostante fossero maturate le condizioni per una cessazione del beneficio nella precedente località di domicilio abituale, ai sensi dell’ordinanza governativa”.

Come fare per continuare a percepire il contributo di autonoma sistemazione.

Oltre a tornare stabilmente all’Aquila, non dovranno ricorrere altre condizioni che comportino la cessazione del contributo. Inoltre, la famiglia che si ristabilisce all’Aquila non dovrà avere altre abitazioni agibili e idonee nell’ambito di mobilità urbana, ovvero nei territori comunali indicati nell’ordinanza del presidente del Consiglio dei ministri n. 3806. Sarà sufficiente presentare negli uffici dell’Assistenza alla popolazione e Politiche abitative di via Rocco Carabba un’autodichiarazione con cui, oltre alle generalità, si dovrà attestare il ritorno nel territorio comunale dell’Aquila, la data in cui ciò è avvenuto e l’indirizzo della nuova dimora temporanea, chiedendo dunque il ripristino del contributo di autonoma sistemazione.


 


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