Omicidio Adele Mazza: il mistero del furgone bianco

Svolta nelle indagini

08 Aprile 2010   11:50  

Svolta nelle indagini sul barbaro omicidio di Adele Mazza, la donna che a Teramo è stata uccisa e fatta a pezzi la notte del 4 aprile.

 

I carabinieri del reparto operativo, agli ordini del capitano Nazario Giuliani, hanno trovato un furgone, un vecchio Kangoo bianco, rubato da un panifico del rione di Piano Solare, nei presi del centro storico di Teramo. L'ipotesi su ci si lavora è che il mezzo sia stato utilizzato per trasportare il cadavere in via Franchi, poi ritrovato sezionato e seppellito in varie buste.

L'omicidio dunque potrebbe essere avvenuto altrove. Non si sarebbe trattato dunque di un omicidio d'impeto, come lo strangolamento lasciava supporre, ma potrebbe esserci una premeditazione e una pianificazione. Anche se poi l'occultamento del cadavere sezionato in varie buste è avvenuto il modo maldestro.

L'autopsia intanto ha confermato che l'assassino ha eseguito la sezione del corpo con estrema perizia, utilizzando una mannaia, un coltello e una vecchia roncola, ritrovata in una delle buste, insieme ad una gamba della vittima. Non si esclude dunque che l'assassino fosse del mestiere, un macellaio, appunto, in tutti i sensi.

A tal proposito è stata chiesta la consulenza di un macellaio di via Savini che avrebbe spiegato le tecniche e gli strumenti utilizzati per separare le varie parti nei grossi animali come suini e bovini.

Adele Mazza, 49 anni, viveva nelle case popolari di Villa Gesso, nella sua abitazione i carabinieri, poche ore dopo l'identificazione, hanno trovato il letto sfatto e la televisione accesa. Anche questo può essere un indizio.

Le indagini si concentrano intanto sugli ambienti frequentati dalla vittima: i tossicodipendenti di Teramo, perché la donna era eroinomane da molti anni, e con vari precedenti per spaccio e furto, ma anche su persone dell’Est che frequentano piazza Garibaldi, dove la donna si recava quotidianamente. Ma non si escludono altre piste.

Il vicedirettore della Caritas di Teramo, Gabriella Talarico, sul quotidiano Il Centro, ricorda così Adele Mazza: ''Qualche anno fa si è rivolta al nostro centro d’ascolto non solo per sfogarsi, ma anche per tentare di abbandonare una vita che, probabilmente, iniziava a starle stretta, ma non ce l’ha fatta. Poi ha continuato a frequentare assiduamente la Caritas, ma solo per la mensa. La ricordo curata nell’aspetto, non si faceva mai mancare un filo di trucco, ma era una donna introversa, sempre avvolta da un velo di tristezza e solo raramente lasciava trasparire un sorriso e qualche parola. Poi nei giorni scorsi abbiamo notato tutti che era pensierosa e molto più spenta e stanca del solito''.

 

 


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