Ognuno scarica le responsabilità sull'altro e così per accertare chi tra Danilo ed Elvis Levacovich e Sante Spinelli, ha sferrato il colpo fatale su Emanuele Fadani gli inquirenti effettueranno una serie di perizie dal cui esito potrebbe scaturire un confronto a tre.
Con un'indifferenza glaciale ieri in Procura a Teramo Elvis Levacovich, il rom catturato sabato dai carabinieri dopo 4 giorni di latitanza, ha rigettato tutte le accuse a suo carico sostenendo di aver soltanto assistito alla rissa, ma facendo scena muta quando i magistrati gli hanno chiesto chi ha colpito a morte il giovane imprenditore di Alba Adriatica. Uno scarso spirito collaborativo che non ha certo alleggerito la sua posizione tanto che il Gip Marina Tommolini ha convalidato l'arresto disponendo la custodia cautelare in carcere, per il momento, per concorso in omicidio volontario. Stesso atteggiamento per gli altri due in carcere già da diversi giorni a Castrogno, continuano ad incolpare Elvis, ma tutti e tre danno versioni contraddittorie tese solo a confondere le idee. A questo punto gli inquirenti non possono far altro che tirare le somme avendo come frecce nella faretra le immagini, anche di scarsa qualità, della telecamera di videosorveglianza di una banca adiacente il pub "Blackout" dove é avvenuto l'omicidio, e la testimonianza oculare di Graziano Guercioni, amico di Emanuele, ferito nella rissa e di una signora che ha assistito alla scena dal suo balcone. Alla luce di questi riscontri i tre verranno messi uno di fronte all'altro, ma soprattutto di fronte all'evidenza dei fatti. Intanto sempre dalla Procura teramana emerge un'altra inchiesta che vede direttamente coinvolta la famiglia Levacovich, un giro di dollari falsi per circa 500mila banconote, sul quale si sono mossi anche reparti speciali della polizia americana. 15 gli indagati che aspettano di essere rinviati a giudizio, tra questi anche i genitori di Elvis.
