Antonio Logli, marito di Roberta Ragusa, misteriosamente sparita nel nulla sette anni fa, conoscerà oggi il suo destino: la Corte di Cassazione dovrà infatti decidere se confermare o meno i 20 anni di carcere, dopo due condanne in primo grado e in appello, per l'accusa di omicidio volontario della moglie e distruzione di cadavere. Logli non sarà presente in aula, dove sarà rappresentato dal suo avvocato Roberto Cavani, e attenderà a casa la sentenza, che potrebbe arrivare in serata. Roberta Ragusa è scomparsa dalla sua abitazione di Gello di San Giuliano Terme, in provincia di Pisa, nella notte tra il 13 e il 14 gennaio del 2012. Roberta aveva 44 anni, Insieme al marito Antonio gestiva una scuola-guida che si trovava vicino alla loro abitazione.
Sarebbero stati soprattutto i motivi economici a spingere Logli a uccidere la moglie Roberta. Ne sono convinti i giudici della Corte d'assise d'appello di Firenze, che nel maggio 2018 hanno confermato per l'uomo la condanna a 20 anni di reclusione per omicidio e distruzione di cadavere. Come si legge nelle motivazioni della sentenza di secondo grado, infatti, secondo i giudici Roberta Ragusa "aveva preso in considerazione l'ipotesi della separazione" visto l'"irreversibile stato di crisi matrimoniale" causato dalla "protratta relazione del marito", ma Logli aveva paura di questa ipotesi, poiché "ne temeva i contraccolpi economici nonostante fosse pressato anche dall'amante". Tra l'altro, si legge ancora, "gli interessi economici dei coniugi erano strettamente intrecciati e non facilmente districabili vista la partecipazione in forma societaria all'attività di famiglia alla cui conduzione la Ragusa era principalmente dedita".