Onorabile Sr. Feltri... ma mi faccia il piacere!..

di Germana Pieri

12 Dicembre 2008   10:09  
Diceva il grande Totó: "Io sono ignorante!...io ignoro".
 
É l'ignoranza la causa dell'intolleranza, dei fanatismi, delle fobie. É l'ignoranza che spinge ad emettere sentenze fasulle, atte a richiamare l'attenzione delle menti piccole qualunquiste ed egocentriche. Ma é gravissimo, quando ad essere "ignaro" é un Signor Giornalista come Vittorio Feltri. Lo avremmo accettato da un Beppe Grillo, che é un comico 'politicante' e che ha bisogno di gag dissacranti per ottenere notorietá. Non lo si capisce da un direttore editoriale, il quale dovrebbe avere una visione panoramica a 360 gradi sulla realtá mondiale oltre che italiana.
 
Un po' di storia. L'attuale Conferenza dei Giovani Italiani nel mondo, non é la prima che si svolge in Italia. La prima in assoluto, anche se in minor dimensione forse, l'ha voluta e organizzata l'ex Ministro Tremaglia, ( colui che ha ottenuto che una maggioranza in Parlamento approvasse la concessione del voto agli italiani all'estero e che in Parlamento é stato oggetto di standing ovation da parte dei giovani...perché sará mai?) nell'ambito della Conferenza delle Donne e dei Giovani italiani nel Mondo durante il Berlusconi bis. Quella dei giorni nostri era stata auspicata nel corso degli anni da quasi tutte le componenti politiche, finché il Vice Ministro per gli Italiani nel Mondo Franco Danieli ha dato incarico di organizzarla al CGIE. Il Governo Prodi ha dunque accolto l'iniziativa stanziando i fondi necessari all'uopo. Il CGIE, a sua volta, ha convocato un piccolo gruppo di 22 giovani a partecipare all'Assemblea Plenaria a Roma, in cui si sono avviati i lavori preparatori per la Conferenza. I 22 giovani hanno dimostrato immediatamente un forte interesse per l'evento, ma soprattutto hanno colto l'importanza che questo avrebbe comportato per il proprio futuro. Iniziava cosí un lungo cammino, pieno di entusiasmo e di progetti, che é diventato per i piú una missione personale: risvegliare l'italianitá nei propri coetanei, coinvolgerli in un movimento progressista, globale, atto a favorire lo sviluppo occupazionale, intellettuale, sociale e culturale sia degli italiani nel mondo che degli italiani in Patria. Decine e decine di incontri con giovani dei Paesi di residenza, nuovi interventi alle Assemblee del CGIE, aggiornamenti costanti, interscambio di informazioni e di idee tra i 22 e centinaia di nuovi aggregati, hanno comportato in questi due anni per questi ragazzi migliaia di ore di tempo, energie e denaro a proprie spese, con lo scopo di arrivare preparati con forti argomenti all'appuntamento che avrebbe dato loro modo di raccontarsi, di farsi ascoltare, e dal governo italiano e possibilmente dal resto degli italiani in Italia.
 
Questi "ragazzotti", Sr. Feltri, che Lei chiama dispregiativamente 'papponi', hanno dovuto lasciare il proprio lavoro, la scuola, l'universitá per una settimana, pur se gratis, e non certo per una "vacanza romana", bensí per una settimana di lunghe e spesso barbose giornate di lavoro. Un pomeriggio a spasso per Roma, visitando i monumenti storici, la chiama vacanza? Persino in una partita di calcio c'é la pausa di 10 minuti!...Alcuni sono stati invitati a Sportello Italia, su Rai International, che peró si vede soltanto all'estero e non giá in Italia, e sono stati trattati come bambocci (sarebbe invece stato piú meritorio dedicare loro una puntata di Porta a Porta). E sono stati disprezzati da un giornale italiano, il Suo.
 
Libero...La libertá di espressione, Sr. Feltri, non significa ledere liberamente (impunemente) la dignitá delle persone. Se voleva attaccare e criticare il governo, poteva benissimo impostarlo diversamente, eticamente, rispettando la deontologia professionale. Quel titolone avrá certamente trovato l'apprezzamento dei qualunquisti italiani ed avrá aumentato (forse) le vendite del giornale. Ma in contropartita ha disonorato la categoria dei giornalisti.
 
Il qualunquismo...Eppure, secondo statistiche, sono poche le famiglie italiane che non contino con un emigrato. Dovrebbe, Sr. Feltri, guardarsi intorno, e forse scoprirebbe di avere un lontano parente sperduto in qualche parte del mondo. E scoprirebbe forse, che quell'emigrato avrebbe contribuito nel dopoguerra a suon di sacrifici, con le sue rimesse, a ricostruire l'Italia, la 'Sua' Milano. Quelle rimesse che migliaia di italiani di ogni regione hanno permesso anche a Lei di vivere oggi nell'agiatezza. Oggi i loro figli e nipoti sono preparatissimi, conoscono il mondo, Lei no! Hanno studiato, sono specializzati ognuno nella propria professione, sono comunque forse tutti piú colti di Lei. Hanno inoltre una maggior esperienza in campo lavorativo. Infatti, mentre in Italia un giovane ottiene la laurea verso i trent'anni, in Venezuela per esempio l'ottengono ai 21. Ed in un Paese dove gli impiegati pubblici sono sottopagati, dove non esiste un sistema pensionistico degno di essere chiamato tale, dove gli ospedali pubblici mancano di materie prime, come
medicinali, siringhe, garze ecc., dove si paga persino il sole che esce la mattina, devono per forza immettersi nel mondo del lavoro per produrre, mantenersi e mantenere in molti casi anche moglie e figli. Ed hanno un ingrediente in piú: spesso sono nati da genitori di diversa provenienza... e vivono all'estero. Ció permette loro una innata multiculturalitá, una piú ampia apertura mentale. Difficile per Lei, di cognome Feltri, concentrato tutto nel Milanese, concepire la multiculturalitá. Uno come Vittorio Feltri deve per forza di cose essere di 'purissima razza ariana' (sará un caso che La chiamano Littorio?).
 
Sr. Feltri, esca dal suo guscio! Venga all'estero e visiti le nostre comunitá. Si renderá conto cosa sono stati capaci di 'fare' di costruire nel mondo, portando ovunque in alto il buon nome dell'Italia. Si faccia raccontare come lo hanno costruito, senza chiedere mai sussidi o cassa integrazione all'Italia. La sua penna é velenosa e distruttiva. Fortunatamente all'estero non la legge nessuno. E pochi la leggono in Italia. La invito a ricredersi e chiedere scusa pubblicamente alla seconda Italia che vive all'estero. Forse a qualcuno come Lei duole che gli italiani all'estero comincino ad essere presi in considerazione. Oggi fortunatamente votiamo, e contiamo tale e quale a Lei.
 
Comprendiamo la Sua preoccupazione per gli sprechi in tempo di crisi per l'Italia. Ma la crisi non l'hanno creata gli italiani all'estero! Anzi, noi continuiamo ad alimentarla. Condivido il timore che questa Conferenza si converta in 'aria fritta', ma solo per quanto riguarda quei politici italiani che forse non hanno ancora, come Lei, compreso l'importanza di dare continuitá all'italianitá nel mondo. O forse hanno dimenticato che il Made in Italy é consumato all'estero grazie agli italiani ed ai loro discendenti? E se questi decidessero ad un tratto tutti insieme di non acquistare piú i prodotti italiani? Se decidessero di non visitare piú l'Italia come meta turistica? Di non ascoltare piú la nostra musica? Di non vedere piú i nostri film? Lei reclama per i pochi euro-gettoni donati ai giovani. I 144mila euro (348 per i 413 ragazzi venuti dall'estero), cosa sono di fronte ai 4 milioni che Lei riceve per il Suo giornale? E poi, ne sia certo, saranno spesi per gli immancabili souvenirs, per il caffé e la brioche al bar, per una pizza o la 'pajata'. Puó stare dunque tranquillo: gli euro-gettoni rimarranno in Italia. E vuole mettere la grossa mano data all'Alitalia che, almeno per una volta avrá visto i suoi aerei riempiti di viaggiatori, visto che volano vuoti per un 40%? Ed i trasporti su gomma, i ristoranti e gli alberghi?...É meschino ció che Lei scrive.
 
Sr. Feltri, come direbbe Totó...Ma mi faccia il piacere!...
 
Germana Pieri L'ITALO, Maracaibo, Venezuela

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