Operazione "Banco-Matt": Truffa ed evasione fiscale, domani l'interrogatorio di Mattucci

08 Ottobre 2015   12:46  

Saranno interrogati domani mattina, a partire dalle 10.30, l'imprenditore pescarese Mauro Mattucci, patron del noto locale Tortuga, e Antonio Gentile, arrestati ieri insieme ad altre dieci persone dalla Guardia di finanza di Pescara nell'ambito dell'operazione, denominata "Banco-Matt", che ha smantellato un'associazione per delinquere finalizzata alla consumazione di reati tributari, truffa ai danni dello Stato e di Istituti di Credito.

L'interrogatorio di garanzia da parte del gip del Tribunale di Pescara, Gianluca Sarandrea, si terra' nel carcere San Donato.

Le dieci persone finite agli arresti domiciliari saranno interrogate mercoledi' prossimo.

L'inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Cristina Tedeschini e dal sostituto procuratore Barbara Del Bono, conta complessivamente oltre 70 indagati e ha portato anche al sequestro preventivo di beni e quote societarie per quasi 100 milioni di euro.

Le indagini hanno permesso di ricostruire l'impero economico creato nell'arco di un decennio di presunte attivita' criminose dall'imprenditore pescarese Mauro Mattucci, considerato il dominus indiscusso di un sodalizio operante, in Abruzzo e in altre regioni italiane, nel settore dell'edilizia e del recupero di rottami ferrosi.

Stando a quanto emerso dalle indagini, che sono durate tre anni, Mattucci, utilizzando una fitta rete di societa', avrebbe posto in essere in maniera scientifica e ripetuta condotte penalmente rilevanti, in spregio a qualsiasi regola fiscale, societaria e di mercato - ha violato quasi tutte le norme in materia penale-tributaria - realizzando truffe aggravate in danno di Istituti di Credito, conseguendo un profitto complessivo in danno dell'erario per un ammontare stimato in circa 100 milioni di euro.

Antonio Gentile, secondo l'accusa, gestiva i rapporti con le banche ed era a capo di una delle holding che acquisiva societa' per svuotarle e poi rottamarle.

Nell'ambito dell'operazione "Banco-Matt" e dell'esecuzione delle Ordinanze di custodia cautelare, emesse dal Gip del Tribunale di Pescara Gianluca Sarandrea, su richiesta dei PM Cristina Tedeschini e Barbara Del Bono, oltre all'arresto in carcere di Mauro Mattucci (dominus dell'organizzazione) e Antonio Gentile (che gestiva i rapporti con le banche) dieci persone sono state poste ai domiciliari: Vincenzo Misso (prestanome e uomo fiducia), Giuliano Capurri (uomo di fiducia), Alberto Di Giandomenico (uomo di fiducia), Nando Di Luca ( uomo di fiducia), Carla Cameli (Responsabile Amministrativo Gruppo Mattucci), Valerie Laurence lighezzolo (addetta Gruppo Gentile), Lara Martini e Paolo Ciferri (consulenti esterni delle società) Nazareno Gismondi (Cons Gruppo Mattucci).

Un cittadino straniero che aveva il compito di rottamare le società all'estero é ricercato. Oltre 70 sono gli indagati a piede libero fra consulenti e prestanomi. L'operazione con i sequestri operati su conti, correnti, beni mobili e immobili, ha riguardato, oltre all'Abruzzo, anche Sardegna, Marche, Lazio, Umbria, Trentino Alto Adige, Lombardia, Campania e Puglia. Oltre 100 i finanzieri impegnati nell'operazione "Banco-Matt".

Disposto il sequestro preventivo di beni delle società per oltre 97 milioni di euro. Il sequestro é finalizzato alla confisca per l'equivalente delle responsabilità liquide, dei beni mobili e immobili e delle quote societarie nella disponibilità degli indagati. Tra i beni sequestrati anche le quote di un locale di Montesilvano e di una società che gestisce la riscossione degli affitti di un centro commerciale di Civitanova Marche (Macerata). 

Gdf, inquinata economia e falsato mercato

Nel corso della conferenza stampa tenuta ieri mattina presso il Comando Provinciale di Pescara della GdF, il colonnello Mora ha spiegato che "Con questa operazione durata quasi tre anni, abbiamo ristabilito le regole del mercato, bloccando una attività di concorrenza sleale che andava a creare un danno anche ad imprese ed imprenditori onesti che venivano in un certo senso esclusi dal mercato, oltre al danno all'Erario.

Questa associazione aveva posto in essere azioni che inquinavano l'economia e falsato le regole del mercato.

L'obiettivo dell'organizzazione - ha detto il colonnello Mora - era quello di massimizzare i profitti attraverso mezzi e attività illecite. L'organizzazione - ha spiegato l'ufficiale - dopo la creazione o l'acquisto di una società di scopo "pulita" per realizzare un singolo affare, riusciva ad ottenere aperture di credito dalle banche attraverso il sistema di annotazione di fatture false emesse da società satellite o controllate dal sodalizio criminale. In questo modo veniva creato un credito Iva.

Poi si provvedeva allo svuotamento della società da parte dei beni e successivamente si passava al drenaggio di liquidità attraverso compensi erogati agli associati per lavoro dipendente. Infine le società, ormai diventate insolventi e scatole vuote, venivano cedute a prestanome per essere rottamate, anche attraverso il trasferimento all'estero in Paesi europei. Le scritture contabili delle stesse aziende venivano invece occultate".

La Finanza ha verificato che erano state costituite nel tempo oltre 100 società poi in parte svuotate di beni. Di queste 14 sono fallite e altre 14 sono state trasferite all'estero (Romania, Polonia, Francia, Belgio). Il colonnello Mora ha poi aggiunto che "i membri potevano ostentare un elevato livello di capacità contributiva perché in grado di sostenere che per l'Erario avevano assolto interamente le loro obbligazioni tributarie.

Di fatto però lo Stato non incassava nulla, con la società che dopo essere stata svuotata, provocava un danno alle banche e ai creditori, a favore invece delle società collegate al Gruppo Mattucci.

Il nome Banco-Matt all'operazione - ha concluso il colonnello Francesco Mora - deriva dalle modalità operative del Mattucci che utilizzava le società come casseforti personali, distraendo a suo piacimento beni e liquidità".


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