Patrizia D'Andrea: l'artista delle cromie al femminile

27 Dicembre 2013   15:51  

Patrizia D’Andrea nata a Penne, vive ed opera a Pineto. Autodidatta, nel 1993 entra a far parte del gruppo di lavoro del pittore Gianni Massacesi che dà un significativo arricchimento alla sua ricerca pittorica.

Fonda insieme ad altri artisti l’Associzione Culturale “Arti figurative” a Pineto e “Spazio arte “ a Silvi. Vincitrice di diversi premi tra i quali il Premio nazionale “Gabriele D’Annunzio” a Pescara, il premio “Cupra Marittima” ad Ascoli Piceno e il Premio “B.Cascella” a Ortona. Nel 2007 ha esposto in una personale al Museo delle Genti ed ottenuto importanti riconoscimenti e alcune sue opere vengono acquisite da Pinacoteche civiche tra le quali quella di Pratola Peligna e la Pinacoteca Corrado Gizzi , celebre studioso di Dante, a Guglionesi (Cb).

Nel 2010 espone alla rassegna d’arte itinerante “Artisti della Mitteeleuropa e dell’area del Mediterraneo”. Diversi illustri critici si sono interessati alla sua ricerca pittorica tra questi Sandro Meralangelo , Leo Strozzieri , Aleandro Rubini , Chiara Strozzieri, Manfredi Michetti , Nerio Rosa ed Enrico Trubiano. La sua attività recensita su periodici e riviste d’arte sono presenti in diverse pubblicazioni e figurano in collezioni private e luoghi di culto.

LE OPERE

Patrizia D’Andrea è tra le artiste più qualificate in Abruzzo nell’ambito figurativo. Pur ancorata alla tradizione pittorica mediterranea paesaggistica ,ove al rispetto dei valori estetici e formali si affianca l’apologia del dato luministico, riesce sempre nei suoi dipinti ad evocare atmosfere da sogno.

Una dimensione onirica in grado di svelare le straordinarie bellezze del creato e trasferire l’osservatore in un mondo “altro” fatto di invenzione, gioco e combinazioni fantasiose. La luce, derivante dalle fonti chiare della sua anima è l’elemento cardine della sua opera . I suoi verdi, i suoi bianchi virginei , i suoi azzurri bizantini , i suoi rossi degradanti ne sono intrisi ; creatura aurorale, assorbe pienamente lo splendore proveniente dall’oriente. Questo suo incantesimo lirico e luministico si giova molto spesso di figure femminili aleggianti tra due simboli: la fertilità femminile e la lussureggiante policromia della Natura quasi in un amplesso amoroso.

A questa linfa estetica si unisce la connotazione cromatica fondamentale per l'artista pinetese che sente molto il colore che in lei si struttura non in chiave timbrica ma con passaggi infinitesimali come in natura. I suoi arditi accostamenti cromatici che non esistono nella realtà, sono ancora dimostrazione della sua sfrenata rincorsa verso lidi onirici . Dipinti gioiosi pieni di luce quelli di Patrizia nei quali si avverte l’eco della contingenza dell’individuo stupendamente simboleggiato dalla donna che si identifica con l'artista stessa che crea.

La pittrice assorbe senza eccessivi condizionamenti le correnti contemporanee quali quelle dell’informale o dell’espressionismo ma esprime il suo sentire in modo personale . Le sue visioni paesaggistiche e il mondo etereo delle emozioni femminili diventano una nicchia dove possa rifugiarsi uscendo dal presente e donano al suo fare arte quasi un potere catartico.

Recensione a cura di Elisabetta Mancinelli

 

   


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