Esfoliazione chimica, meccanica ed enzimatica: differenze, benefici, indicazioni per ogni tipo di pelle, frequenze sicure, possibili effetti collaterali e buone pratiche di protezione solare.
L’esfoliazione è uno dei passaggi più efficaci per mantenere la pelle luminosa, levigata e purificata. Con un peeling viso rimuovi le cellule morte dallo strato corneo, stimoli il turnover cellulare, favorisci la produzione di collagene ed elastina e migliori l’uniformità dell’incarnato. Non è soltanto un gesto estetico: alcuni inestetismi come acne lieve, macchie e rughe superficiali rispondono bene a cicli regolari di esfoliazione corretta.
I benefici più apprezzati sono una grana più omogenea, pori visivamente affinati, migliore assorbimento dei trattamenti di skincare successivi e una sensazione immediata di pelle morbida e pulita. Scegliere il peeling adeguato significa valutare meccanismo d’azione, intensità, fototipo e sensibilità cutanea, oltre all’obiettivo: più luminosità, minor untuosità, attenuazione di discromie o sostegno al rinnovo.
I peeling chimici utilizzano acidi esfolianti per sciogliere i legami tra corneociti. Gli AHA (acido glicolico, mandelico, lattico) lavorano soprattutto in superficie: sono indicati per macchie leggere, texture irregolare e pelle spenta. I BHA come l’acido salicilico, lipofili, penetrano nel sebo, svolgendo un’azione cheratolitica e purificante ideale su pelle mista e impura con pori dilatati e comedoni. Da citare anche i PHA (es. gluconolattone): più delicati, con proprietà umettanti, adatti a pelli sensibili e con rosacea in fase stabile. L’esito è progressivo: con costanza si ottengono luminosità, tono uniforme e minori imperfezioni.
I peeling meccanici rimuovono manualmente le cellule superficiali grazie a microgranuli o strumenti (scrub, gommage, panni in microfibra). Offrono morbidezza e glow immediati e stimolano la microcircolazione, ma vanno dosati: su pelli reattive o con acne attiva rischiano di aumentare rossore e irritazioni. Meglio preferire granulometrie fini e movimenti delicati, limitando la frequenza a una volta a settimana (o ogni 10–15 giorni se la pelle è sottile).
I peeling enzimatici sfruttano enzimi naturali come papaina (papaya) e bromelina (ananas) che “digeriscono” selettivamente le proteine delle cellule morte. Sono la scelta dolce per pelli sensibili, con couperose o in soggetti che non tollerano acidi o attrito. L’esfoliazione è omogenea e può essere ripetuta 1–2 volte a settimana con bassa probabilità di irritazione.
Nella pratica quotidiana conviene definire il profilo della pelle. Pelle secca/sensibile: preferire enzimatici o AHA a basse concentrazioni (es. mandelico 5–10%) e formule con glicerina, pantenolo, allantoina. Pelle grassa/impura: valutare salicilico allo 0,5–2%, sieri leggeri, possibili maschere a risciacquo. Pelle matura: cicli con AHA progressivi (es. glicolico in step controllati), sempre alternati a idratazione e fotoprotezione. L’età, insieme a fototipo e storia di macchie post-infiammatorie, guida la scelta dell’intensità.
La frequenza fa la differenza: enzimatici 1–2 volte a settimana; meccanici in genere 1 volta/settimana (o meno, in caso di reattività); chimici domiciliari a basse concentrazioni 1 volta a settimana, salendo solo se la pelle tollera. I trattamenti professionali in ambulatorio medico/dermatologico impiegano concentrazioni più elevate o combinazioni (es. glicolico, TCA, salicilico a dosi mediche) per macchie marcate, cicatrici post-acne o rughe evidenti: richiedono valutazione e post-care rigorosi.
Possibili effetti collaterali: rossore, sensazione di pelle che tira, desquamazione leggera, maggiore fotosensibilità. Tra le controindicazioni: cute lesionata o infiammata, infezioni attive (es. herpes), dermatiti in fase acuta, acne severa (eccetto protocolli medici), allergie note agli ingredienti. In tali casi il peeling è sconsigliato o va medicalizzato.
Per un’esfoliazione sicura: esegui un patch test, evita la combinazione simultanea con retinoidi forti o altri attivi irritanti, alterna i giorni con i retinoli, applica creme lenitive e soprattutto usa protezione solare ad ampio spettro (SPF 30–50+) ogni mattina, rinnovandola all’aperto. In fase di skin purging – possibile con acidi e retinoidi – mantieni routine delicata con detergenti oleosi, idratazione generosa e fotoprotezione costante: il fenomeno è transitorio.
In sintesi: il peeling giusto è quello che rispetta la sensibilità della tua pelle, risponde a un obiettivo chiaro e si inserisce in una routine con idratazione, lenitivi e SPF. Così ottieni luminosità, uniformità e una texture più fine senza compromessi.