Per rifare le case E fino a 200mila euro a carico dei terremotati

Insufficienti 1200 euro a metro quadro...

04 Dicembre 2010   12:04  

INTERVISTA TELEFONICA A LAURINI, CNA - Ancora polemiche roventi a L'Aquila intorno ai fondi per la ricostruzione del case E messi a disposizione, o negati, a seconda dei punti di vista. In particolare delle Case E dei centri storici. Nella famosa conferenza stampa di Roma il presidente Chiodi aveva annunciato la modifica, poi effettuata, del costo a metro quadro per la riparazione delle abitazioni E, cioè di buona parte dei centri storici, superando una precedente ordinanza che fissava cifre palesemente insufficienti.

E aveva esclamato: ''Non ci sono più scuse: ora mi attendo una accelerazione importante da parte di tutti, in modo tale che anche la cosiddetta ricostruzione decolli''.

Ma evidentemente ragioni per presunte scuse e pesanti dubbi permangono: tutti gli ordini professionali aquilani ed impegnati nella ricostruzione, fatti i conti e studiati i nuovi parametri, oggi denunciano: anche le nuove cifre sono incredibilmente insufficienti, altro che ricostruzione al cento per cento delle prime case. Ordine degli architetti e degli ingegneri chiedono pertanto un incontro urgente.

Francesco Laurini della Cna-Costruzioni fa un esempio concretissimo. Prendiamo afferma uno dei centinaia di palazzi antichi del centro storico distrutti dal sisma: il governo anche con le nuove modifiche stanzierà a metro quadro 1200 euro circa. Ma per quei palazzi ce ne vogliono minimo in media 1800 euro a metro quadro, per renderli abitabili, per avere il certificato di agibilità, s'intende, ed economizzando, mica per mettere la jacuzzi in bagno.

E allora, prosegue Laurini, accadrà che buona parte delle famiglie terremotate aventi diritto in teoria al 100% dei fondi per rifarsi la loro unica e prima casa, tra cui coppie di pensionati con la minima, o giovani lavoratori precari, o i tanti neo-disoccupati, dovranno tirar fuori di tasca loro dai 100mila ai 200mila euro, per integrare il contributo statale. Avete letto bene: dai 100mila ai 200mila euro.

A queste inaccettabile condizioni, dunque, buona parte delle case del centro saranno riparate solo negli elementi strutturali e nella facciata, ma resteranno semi-disabitate, o abitate sono da chi quei soldi ce li ha. E tanti appartamenti o anche palazzi in blocco, saranno rivendute sottocosto, non certo ai 6mila euro a metro quadro che valevano in media prima del sisma) anche a speculatori venuti da chissà dove, quando sarà possibile farlo senza perdere i finanziamenti per la ricostruzione.

Basterà in fondo un'ordinanza commissariale, decisa da pochi uomini soli al comando, arroccati nel loro inespugnabile castello. Giova ricordare che tra le poche aziende italiane ad avere ingenti risorse da poter investire nel medio lungo termine in immobili, ci sono la camorra, la 'ndrangheta e cosa nostra.

''Fa riflettere – conclude Laurini - che per riparare un palazzo distrutto dal terremoto, che è un patrimonio dell'umanità il governo intende spendere neanche la metà di quello ha speso per costruire le palazzine prefabbricate del progetto CASE''.

Perché, aggiungiamo noi, la politica anche quella che dice di avere sinceramente a cuore le sorti della città terremotata, su questo punto tace, nicchia, divaga, se ne frega?

L'ORDINE DEGLI INGEGNERI: ''COSI' I CANTIERI NON PARTONO''

Gli Ordini degli Ingegneri e degli Architetti della Provincia dell'Aquila, in merito alla pubblicazione del Decreto n. 27 del 02.12.2010 del Commissario Delegato per la Ricostruzione, si riservano di esaminarlo nel dettaglio, facendo ulteriori simulazioni a casi concreti per verificarne la concreta applicazione.
Con nota del 26 novembre u.s. a firma congiunta degli Ordini, Collegi e Associazioni di Categoria (che si allega) inviata all'Arch. Fontana era stato evidenziato il fatto che il Decreto doveva essere rivolto esclusivamente agli edifici situati fuori dai Centri Storici non vincolati.
Ciò non risulta dalla lettura del Decreto.
Infine non sembra essere stata risolta la discrasia esistente tra gli indirizzi di cui all'O.P.C.M. 3790 e la delibera di Giunta Regionale in riferimento al calcolo di superficie complessiva in quanto il punto c) dell'art. 7 degli indirizzi dell'O.P.C.M. 3790 fa esclusivamente riferimento alle superfici lorde del fabbricato comprensive di sottotetti, scantinati, garage, porticati e quanto altro presente nel fabbricato.

LEGGI LE PUNTO PER PUNTO LE OSSERVAZIONI AL DECRETO



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