Perdonanza celestiniana: il giorno della spiritualità e della ri

Prima il corteo storico ha sfilato davanti ad oltre diecimila spettatori per le vie del centro, accompagnando la bolla del perdono. Poi la solenne apertura della porta santa della basilica di Collemaggio. Un rito che segna nella Perdonanza celestiniana, il passaggio al suo significato più autenticamente spirituale. In un estate del 1294, infatti, l’eremita Pietro del Morrone, in groppa ad un asinello raggiunse questa basilica per diventare Celestino V, il papa che poi rifiutò i fasti del potere per amore della semplicità e della verità. E Celestino il giorno stesso della sua incoronazione, ansioso di donare a i poveri quello che fino ad allora era privilegio dei ricchi, che le indulgenze dei loro peccati le compravano con moneta sonante, stabili’ che ogni anno, dai vespri della vigilia della festività di S Giovanni fino ai vespri immediatamente seguenti, sarebbero stati assolti dai peccati, quanti sinceramente pentiti sarebbero entrati nella chiesa. Ed oggi, rinovando un rito che ripete nei secoli, sono stati migliaia i fedeli che si sono recati in Basilica per guadagnarsi il perdono e la purificazione dai mali del mondo. La Perdonanza è stato detto più volte, è un veicolo di promozione turistica e di indotto economico, e’ un momento identitario per la città, un´occasione di festa e di spettacolo . E a tal proposito si ricorda che questa sera Fiorella Mannoia salirà sul palco di Piazza duomo, per un concerto che si preannuncia avvincente. Ma la perdonanza è prima di tutto un evento di profonda spiritualità sia religiosa che laica. Lo hanno ricordato i tanti esponenti politici che ieri hanno sfilato in corteo, ed attraversato la porta santa, perché anche loro hanno qualcosa da farsi perdonare. Lo ha ricordato nella messa di oggi Monsignor Molina e ancora ieri il cardinale Sepe, che ha condannato lo sfrenato materialismo che pervade i cuori e impedisce ogni gesto di amore e di solidarietà. Lo sanno bene i migliaia di fedeli giunti da ogni dove per riconciliarsi, in quel di Collemaggio, con sé stessi, il mondo e le altre creature. FT