Pezzopane: ''Chiodi sciacallo''. Intanto gli aquilani si chiedono perché non sono ancora emigrati

16 Gennaio 2014   13:26  

Massimo, aquilano, osserva sul suo profilo facebook:

''In questi giorni in molti ci chiediamo se forse era meglio andare via da questa città, ma non per noi per i nostri figli. I mesi immediatamente successivi al sisma la percezione era diversa, una comunità coesa e solidale, oggi tutto questo è lontano e ci sentiamo tutti un po' più soli e sperduti. Il prossimo Sindaco, nel frattempo che L'Aquila venga ricostruita materialmente, deve ricostruire un tessuto sociale cittadino intorno ai luoghi di aggregazione, altrimenti tra 20 anni forse il centro sarà ricostruito, ma non ci saranno più gli abitanti per farlo vivere''

Molte le risposte affermative: ''si era meglio andare via'', ''questa città non ha futuro'' è solo un terreno di scontro tra lobby che sbavano dietro ai finanziamenti della ricostruzione, di politici che sul terremtoto vogliono costruire la loro carriera. 

Riflette Paolo''Non si è capito che le città non sono le case ma le persone che ci stanno dentro. E nei riguardi dei giovani è stato criminale non creare situazioni di aggregazione. Si è avuto anche il coraggio di colpire quelle spontanee. Forse questo è l'errore più grande di tutti. Peggiore delle tangenti. Mostra che per guidare una comunità, per rappresentarla veramente, bisogna essere illuminati, non bastano due voti del cazzo e uno spiccato senso del compromesso.''

Aggiunge Marianna: il concetto di luogo di aggregazione è stato declinato in un unico modo finora, intendendolo fondamentalmente come luogo fisico nel quale i ragazzi possano incontrarsi fisicamente. Io però non sono convinta di questo. Non è il luogo fisico a mancare, i ragazzi sanno, come tutti, aggregarsi ovunque, ovunque ci sia uno spazio dove possano proiettarsi e dal quale possano immaginarsi contestualizzati anche nel futuro. Hanno bisogno di confrontarsi col mondo che c'è fuori, hanno bisogno di cultura, tanta, a portata di mano, fruibile a prescindere dalle possibilità economiche delle famiglie, hanno bisogno di senso e di bellezza".

Intanto mentre il popolo si confronta sulla sua città, nelle alte sfere della politica prosegue l'estenuante scontro post-presunte mazzette, post-arresti e dimissioni, e sopratutto pre-elettorali.

La senatrice Stefania Pezzopane accusa di essere uno sciacallo l'ex-commissario e presidente di regione Gianni Chiodi.

A seguire il comunicato stampa:

'' Non poteva mancare Chiodi nell'elenco degli sciacalli sull'Aquila. "E' uscito dal suo tombale silenzio, per sferrare un tardivo attacco, che si è rivelato un vero e proprio boomerang. L'effetto letale delle sue dichiarazioni, in realtà, colpiscono lui stesso. Inutile che cerchi di accreditarsi come il baluardo della ricostruzione. È una veste che non gli non gli casca a pennello. Crede forse che gli aquilani abbiamo dimenticato quei due anni infernali?. 

Durante il suo Commissariamento non solo ha bloccato la ricostruzione, spianando la strada a quanti hanno ostacolato l'assunzione di leggi certe e trasparenti, ma hanno preferito agire con le ordinanze che derogavano alle leggi.

Le vicende giudiziarie di questi giorni, poi, si riferiscono proprio al periodo in cui lui era Commissario. Incurante del fatto che durante il suo mandato ci sono stati tre assessori arrestati e altri suoi collaboratori indagati e che il suo stesso studio professionale è entrato nel mirino della magistratura, ha la faccia tosta di fare pesanti allusioni sul processo della ricostruzione. Non ha mai accennato a dimettersi. Probabilmente perché ha ritenuto che le responsabilità penali, in capo ai suoi assessori e collaboratori, fossero strettamente personali. Le sue responsabilità politiche neanche le contempla, mentre ha l'indecenza di parlare di quelle di Cialente".

A seguire replica di Chiodi di cui vi daremo puntuale informazione.

 

 


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