Riceviamo e pubblichiamo:
"Questa amministrazione, che durante la campagna elettore aveva
dichiarato più volte di voler abbattere i costi della politica e si era
impegnata a ridurre i costi di funzionamento, a non ricorrere ad
incarichi e consulenze esterne, a limitare le assunzioni di
collaboratori esterni (non dipendenti comunali) nello staff del sindaco
e/o della giunta in realtà ben poco ha realizzato.
La decisione
del Consiglio Comunale di ridurre il numero dei componenti nei consigli
di amministrazione e la decisione di ristrutturare le società
partecipate dal Comune, lasciava ben sperare; ma una cosa è dire
un’altra è il fare.
Il cambiamento è durato un attimo, poi la casta ha ripreso il
sopravvento. Ed è bastato il primo rimpasto di Giunta Comunale per
capire che la “musica non era cambiata”. Il turn over in Giunta ha
permesso, infatti, ad un ex assessore, nel giro di qualche settimana,
di entrare (in sostituzione) nel consiglio di amministrazione della
società Gran Sasso Acque S.p.A.. con un emolumento annuo di 30MILA
euro.
Prima di questa “new entry”, l’assemblea dei soci della Gran Sasso
avevano deliberato la riduzione del Consiglio di Amministrazione a tre
membri. Nel frattempo, oggi, sono sempre cinque.
Poi la classe dirigenziale comunale. Il Sindaco ha messo sotto i
riflettori, più volte, le vere disfunzioni interne dell’Ente ma non è
mai intervenuto con provvedimenti amministrativi concreti, forse
“preoccupato” per le possibili reazioni.
Se è vero che, un’ispezione ministeriale ha mosso pesanti rilievi di
legittimità su come sia stata determinata la succulenta e magnifica
torta del “fondo di produttività dirigenti” di oltre 700MILA euro annui
allora non si comprende perché il Comune dell’Aquila non sia ancora
intervenuto con atti concreti per ricondurre il tutto nell’alveo della
legalità disponendo altresì il recupero delle somme erogate, ma non
dovute, ai dirigenti comunali dal 1999. Nessuna azione di
responsabilità è stata avviata. E’ come se la classe politica tende a
salvaguardare i manager a discapito della collettività aquilana che
tira fuori i quattrini per il funzionamento dell’ente.
Probabilmente le dimissioni dell’assessore al personale vanno sbirciate
con questa prospettiva: manca la volontà politica di riorganizzare la
macchina comunale, non viene dato il giusto valore alla serietà e
professionalità dei dipendenti comunali, non viene premiato chi
veramente merita e non si vuole intervenire su condotte irresponsabili.
L’esigenza di ridurre i costi della politica è sacrosanta e tutti
devono contribuire; la gravità della situazione dell’Aquila non
consente di eludere questo obbligo; occorre però che l’azione di
risanamento avvenga con azioni di governo intelligenti ed eque che non
devono mettere sullo stesso piano comportamenti virtuosi e
comportamenti imprudenti e magari poco corretti.
Tra qualche giorno un secondo rimpasto di Giunta. Due anni persi. Anni
che dovevano servire a rimettere in moto la macchina comunale,
contenere le spese, rilanciare gli investimenti, ridurre le tasse,
realizzare un nuovo piano urbanistico, completare i numerosi lavori in
corso e ridare fiducia agli aquilani in un momento in cui l’economia
mondiale attraversa la peggiore recessione dalla fine dell’ultima
guerra. Anni che sono stati utilizzati, invece, per sterili polemiche
interne alla coalizione senza badare a risolvere i veri problemi della
città."