Politica aquilana: quanto ci costi?

di Sergio Iovenitti

12 Gennaio 2009   14:55  

Riceviamo e pubblichiamo:

"Questa amministrazione, che durante la campagna elettore aveva dichiarato più volte di voler abbattere i costi della politica e si era impegnata a ridurre i costi di funzionamento, a non ricorrere ad incarichi e consulenze esterne, a limitare le assunzioni di collaboratori esterni (non dipendenti comunali) nello staff del sindaco e/o della giunta in realtà ben poco ha realizzato.
La decisione del Consiglio Comunale di ridurre il numero dei componenti nei consigli di amministrazione e la decisione di ristrutturare le società partecipate dal Comune, lasciava ben sperare; ma una cosa è dire un’altra è il fare.
Il cambiamento è durato un attimo, poi la casta ha ripreso il sopravvento. Ed è bastato il primo rimpasto di Giunta Comunale per capire che la “musica non era cambiata”. Il turn over in Giunta ha permesso, infatti, ad un ex assessore, nel giro di qualche settimana, di entrare (in sostituzione) nel consiglio di amministrazione della società Gran Sasso Acque S.p.A.. con un emolumento annuo di 30MILA euro.
Prima di questa “new entry”, l’assemblea dei soci della Gran Sasso avevano deliberato la riduzione del Consiglio di Amministrazione a tre membri. Nel frattempo, oggi, sono sempre cinque.
Poi la classe dirigenziale comunale. Il Sindaco ha messo sotto i riflettori, più volte, le vere disfunzioni interne dell’Ente ma non è mai intervenuto con provvedimenti amministrativi concreti, forse “preoccupato” per le possibili reazioni.
Se è vero che, un’ispezione ministeriale ha mosso pesanti rilievi di legittimità su come sia stata determinata la succulenta e magnifica torta del “fondo di produttività dirigenti” di oltre 700MILA euro annui allora non si comprende perché il Comune dell’Aquila non sia ancora intervenuto con atti concreti per ricondurre il tutto nell’alveo della legalità disponendo altresì il recupero delle somme erogate, ma non dovute, ai dirigenti comunali dal 1999. Nessuna azione di responsabilità è stata avviata. E’ come se la classe politica tende a salvaguardare i manager a discapito della collettività aquilana che tira fuori i quattrini per il funzionamento dell’ente.
Probabilmente le dimissioni dell’assessore al personale vanno sbirciate con questa prospettiva: manca la volontà politica di riorganizzare la macchina comunale, non viene dato il giusto valore alla serietà e professionalità dei dipendenti comunali, non viene premiato chi veramente merita e non si vuole intervenire su condotte irresponsabili.
L’esigenza di ridurre i costi della politica è sacrosanta e tutti devono contribuire; la gravità della situazione dell’Aquila non consente di eludere questo obbligo; occorre però che l’azione di risanamento avvenga con azioni di governo intelligenti ed eque che non devono mettere sullo stesso piano comportamenti virtuosi e comportamenti imprudenti e magari poco corretti.
Tra qualche giorno un secondo rimpasto di Giunta. Due anni persi. Anni che dovevano servire a rimettere in moto la macchina comunale, contenere le spese, rilanciare gli investimenti, ridurre le tasse, realizzare un nuovo piano urbanistico, completare i numerosi lavori in corso e ridare fiducia agli aquilani in un momento in cui l’economia mondiale attraversa la peggiore recessione dalla fine dell’ultima guerra. Anni che sono stati utilizzati, invece, per sterili polemiche interne alla coalizione senza badare a risolvere i veri problemi della città."


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