La vicenda del rinnovo dei contratti al personale precario del Comune dell’Aquila sta assumendo ormai contorni grotteschi, con uno scontro che si consuma sulla pelle dei lavoratori.
Dalla riunione della commissione Controllo e Garanzia, convocata ieri sull’argomento, è emersa infatti una totale scollatura tra la posizione della Giunta e quella del Consiglio comunale che, attraverso la maggioranza dei consiglieri membri della commissione stessa, ha espresso con forza il proprio parere favorevole alla prosecuzione dei rapporti di lavoro.
Appare pertanto di tutta evidenza che la posizione degli assessori presenti in giunta non è affatto allineata con quelli dei consiglieri di riferimento e, pertanto, siamo in presenza di una giunta sfiduciata di fatto dai propri referenti politici. Chiediamo pertanto ai consiglieri di maggioranza, in coerenza con la posizione espressa e ribadita in Commissione, di sfiduciare anche formalmente gli assessori, ricordando che la volontà del Consiglio, quale massima rappresentanza democratica della Municipalità e quale titolare del mandato ricevuto dai cittadini elettori, è sovrana.
Un’altra scollatura emerge tra il parere emesso dal dirigente del settore Avvocatura Domenico De Nardis, segretario generale facente funzioni, e quello della dirigente del settore Risorse umane Ilda Coluzzi la quale, anche in sede di commissione, ha pervicacemente ribadito il proprio parere contrario all’atto relativo al rinnovo dei contratti, a fronte del parere positivo espresso invece dall’avvocato De Nardis. A questo punto chiediamo alla giunta comunale, in virtù del potere di surroga da parte del segretario generale facente funzioni, di conferire mandato a quest’ultimo di predisporre gli atti necessari ai fini della firma dei contratti stessi, assumendo, finalmente, una posizione chiara rispetto alla vicenda.
La richiesta di parere alla Corte dei Conti, infine, rappresenta, a nostro avviso, solo l’ennesima pagliacciata, dal momento che la magistratura contabile, come ha già chiarito in passato, non può sostituirsi agli enti indicando loro le azioni da intraprendere, cosa che, peraltro, sarebbe in conflitto con il compito di controllo sugli atti amministrativi esercitato dalla stessa Corte dei Conti . Si tratta, dunque, solo ed esclusivamente di un modo per prendere tempo, giocando, come dicevamo all’inizio, sulla pelle di decine di lavoratori, il cui futuro, come quello delle rispettive famiglie, è appeso all’esito di questa vicenda.