Primi passi alle Casematte

03 Novembre 2009   14:57  

Dal sito Add Media:

'' La notte del 31 ottobre a L’Aquila è stata speciale. Niente zucche, nè streghe,nè dolcetti o scherzetti. Nel capoluogo abruzzese ieri abbiamo assistito ad una magia ben piu’ grande. “Un miracolo”, secondo alcuni. “Un momento storico nel processo di ricostruzione della città” secondo tanti altri… ed anche secondo me.

Il Comitato 3e32, che dal 6 aprile scorso compie quotidianamente un lavoro enorme per ricostruire il tessuto sociale aquilano, fortemente danneggiato dagli eventi sismici che hanno distrutto 50 comuni abruzzesi, ha finalmente inaugurato la sua sede invernale, regalando alla città un luogo di aggregazione assolutamente necessario.

Scrive Sara Vegni, membro del 3e32:

“L’intero comprensorio di Collemaggio è un luogo che naturalmente dovrebbe essere destinato ai luoghi di aggregazione e partecipazione della cittadinanza. E’ quello che la Legge Obiettivo del ‘98 prevede tramite la rivalutazione sociale e strutturale degli stabili dell’ex Ospedale Psichiatrico, praticando modalità inclusive con gli utenti del servizio di salute mentale. Noi vogliamo che questa legge si applichi. Purtroppo invece ad ascoltare la Asl e la politica locale già si parla di vendita dell’intera area per rimpinguare le tasche della sanità abruzzese di cui conosciamo le tristi storie recenti. Vendita non si sa a chi e non si sa per fare cosa. La speculazione è dietro l’angolo con gli interessi economici di qualche privato messi davanti a quelli della comunità.

Per questi motivi abbiamo occupato, recuperandolo, questo stabile all’interno del comprensorio dell’ex Ospedale Psichiatrico di Collemaggio in disuso già precedentemente al 6 aprile. Presidio permanente per la ricostruzione e contro le speculazioni sulla nostra città. Con le nostre forze e autofinanziandoci l’abbiamo ristrutturato rendendolo funzionale.

Le CaseMatte sono uno spazio sociale autogestito. Le sottoscrizioni sono per portare avanti le attività del comitato e per concludere i lavori iniziati. La buona riuscita delle iniziative dipende dal comportamento responsabile di tutte e tutti. Tante sono le attività e le iniziative che abbiamo voglia di sviluppare in questo luogo: laboratori multimediali di informazione, officina di autocostruzione e riparazione basata sul recupero, spazio di condivisione di arti e cultura, sala prove musicale, contesto ricreativo, una radio libera, biblioteca e molto altro.

Chiunque partecipando può contribuire al suo sviluppo. Questo non è insomma un esercizio commerciale ma un laboratorio di ricostruzione anche sociale.

E molto c’è ancora da fare, questo è solo l’inizio.”

Case Matte è una conquista, di quelle vere. Case Matte è un centro sociale, ma non etichettatelo come tale, perchè è molto di più. Case Matte è quello che gli aquilani vogliono che diventi. Case Matte è una speranza che si tocca con mano, e che ti fa sentire a casa.

Centinaia e centinaia di persone ieri sera hanno affollato lo stabile per assistere ai concerti in programma (i DabaDub, realtà consolidata della scena reggae abruzzese, i JamAfrica da Roma, ed i nostrani Lion’s Way). Tra i giovani e meno giovani che brindavano insieme c’erano anche vigili del fuoco, impiegati del comune, ed altra gente che non mi sarei aspettata di incontrare. Segno che questi ragazzi, hanno ormai l’appoggio ed il rispetto di tutti.

Una grande festa quella di ieri preceduta, nel pomeriggio, da un dibattito sulla ricostruzione e sulla reale necessità di certe “grandi opere”, accompagnato dall’esibizione di una banda di folli musicisti, gli Strabanda, che hanno portato il loro spettacolo itinerante di musica kelzmer e balcanica in ogni angolo della città, fino a giungere a Collemaggio. Tra la gente accoccolata davanti al falò, ed il bar brulicante di volontari, si aggirava inoltre Sabina Guzzanti con la sua troupe (per chi non lo sapesse, sta girando un documentario sul post- terremoto ed è quindi facile incontrarla in giro per la regione).  Alcuni dubitano sulla bontà delle intenzioni di questo lavoro, ma per ora mi limito ad assistere divertita ad una parte delle riprese, ed osservare da lontano, sperando che almeno questo documentario non abbia il fine ultimo di speculare, economicamente o intellettualmente.

Quello che mi ripeto adesso, e che mi sento di dire a tutti, è che è il caso di lasciar perdere le consuete congetture, e dare una mano.''


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