Problemi di salute e casa piena di muffa: Aurelio Del Grosso chiede di cambiare alloggio

L'uomo: "Tra i primi in graduatoria, perché non accade nulla?"

19 Febbraio 2014   08:00  

Può una famiglia di cinque persone, due delle quali versano in condizioni di salute quantomeno deficitarie, abitare in un appartamento popolare di appena 44 metro quadrati ed in condizioni igieniche tutt'altro che perfette?

Purtroppo a volte può accadere, in questo nostro Paese contraddistinto da un funzionamento spesso paradossale degli apparati burocratici ed assistenziali. E' il caso di Aurelio Del Grosso, residente con la famiglia in un appartamento sito in una palazzina popolare di via delle Acacie, nel quartiere di Madonna degli Angeli a Chieti, di proprietà del Comune.

Aurelio in passato ha subìto delicati interventi chirurgici sia al cuore (è dotato di peacemaker) sia ai polmoni, e soffre di non indifferenti difficoltà respiratorie. Problemi alla repirazione ha anche il figlio Francesco, 14 anni, sofferente di asma e costretto a curarsi con antistaminici, che assume più volte al giorno.

Le condizioni dei due non traggono certo vantaggi dalla gran quantità di muffa che tende a depositarsi nell'appartamento, in modo particolare nelle due camere da letto ed in misura minore in cucina. Le conseguenze di questo stato di cose sono spiacevoli soprattutto per il giovane Francesco, spesso e volentieri costretto a svegliarsi in piena notte per sottoporsi ad aerosol poiché in difficoltà nel respirare.

A causa delle precarie condizioni di salute Aurelio percepisce una pensione di invalidità di 270 euro al mese, la moglie lavora come badante a circa 500 euro al mese, ed indieme ai due figli gemelli (un mascio ed una femmina di 14 anni) e la cognata, che di notte si reca a dormire da loro.

Quattro persone, che talvolta diventano cinque, stanno decisamente scomode in un appartamento di appena 4 metri quadrati, in più soggetto da problemi di muffa in diversi punti. "Per questi motivi ho fatto richiesta di cambiare alloggio, affinché io e la mia famiglia possiamo sistemarci in una casa più adatta" - ha affermato Aurelio - "anche per i mei figli, lo devo ammettere: a 14 anni sentono il bisogno di un po' di autonomia, di dormire ognuno in una camera propria. Al momento dormono insieme in una stanza piccolissima".

"Ho chiesto varie volte al Comune di intervenire" - ha confidato Aurelio - "e la settimana scorsa è venuto l'avvocato del sindaco, dicendo che occupo una delle prime posizioni nella graduatoria per il cambio di alloggio. Come mai, allora, finora non è successo nulla?".

In effetti, data la situazione precaria in cui versano, sia dal punto di vista economico che da quello personale, le richieste di Aurelio appaiono più che legittime. Ci auguriamo davvero che le istituzioni addette si decidano a venirgli incontro.

Lorenzo Ciccarelli


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