Processo breve, Rifondazione: "Piccone e Di Stefano fuori di testa, hanno la coda di paglia"

I manifesti della discordia

26 Aprile 2011   10:31  

"Piccone e Di Stefano hanno del tutto perso la testa. Minacciare azioni legali contro l’insolita Mafalda guerriera dei manifesti aquilani è fuori luogo, ridicolo e irresponsabile". Lo afferma Marco Fars, segretario regionale di Rifondazione, in merito alla presa di posizione del Pdl nei confronti dei manifesti contro i deputati Pdl che, votando contro l'emendamento che escludeva dal "Processo breve" i processi sui crolli dell'Aquila hanno di fatto affossato ogni possibilità di giustizia per le 309 vittime del sisma.

"Serve forse a buttarla in caciara amplificando tensioni e manifesta 'coda di paglia'. Si interroghino piuttosto sui loro comportamenti e su quelli del loro 'capo' e forse capiranno il perché di tanta durezza nelle parole di Mafalda, notoriamente un personaggio pacifista e non violento.

È del tutto evidente - spiega Fars - che le modificazioni introdotte nei termini della prescrizione andranno ad incidere sul complesso dei procedimenti riguardanti L’Aquila pur se restassero inalterati (e non lo sono) alcuni specifici reati quali il disastro colposo. Infatti le inchieste in corso riguardano anche aspetti connessi al post terremoto su cui le nuove norme avrebbero un notevole impatto.

Su tutto ciò è di per se indecente anche un solo giorno di riduzione dei termini di prescrizione a vantaggio degli eventuali responsabili dei reati, figuriamoci considerando quanto gli aquilani e con loro tutti gli abruzzesi hanno vissuto.

I cittadini aquilani hanno sentito le risate degli sciacalli la notte del terremoto, vivono con dolore il sovrapporsi di inchieste sulla loro pelle, per i reati connessi ai crolli come sulla gestione post terremoto. Una comunità espropriata della possibilità di decidere del proprio futuro dai poteri commissariali, presa in giro in tv come 'ingrata' e respinta a manganellate dal Parlamento.

Fino alla beffa indecente del cosiddetto 'processo breve' che per salvare il premier rischia di compromettere il diritto a verità e giustizia per centinaia di persone. Un colpo nello stomaco la cui unica motivazione risiede nell’uso meschino del potere da parte del Presidente del Consiglio, per tirarsi fuori dai propri guai con la giustizia.

Volete che rinuncino anche all’estremo dell’invettiva? Allora condannate Dante Alighieri 'cattivo maestro' d’intolleranza verso tutte le bassezze umane, specie se riguardavano personaggi d’alto rango, che arrivò perfino a presentare come auspicio e giusta punizione del cielo il lutto subito dall’imperatore Alberto d’Asburgo".


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