Punto nascite Penne, appello delle mamme: "No alla chiusura"

"Troppo rischioso dover arrivare a Pescara per partorire"

02 Gennaio 2015   11:33  

Tra i punti nascita minacciati di chiusura a seguito delle recenti disposizioni del governo, vi è anche quello dell'ospedale di Penne, da anni principale punto di riferimento delle partorienti del bacino della Val Vestina.

Numerose le voci levatesi per scongiurarne chiusura, ultime delle quali quelle delle madri che hanno partorito i propri figli al "San Massimo", sia pennesi che degli altri centri del circondario, che hanno deciso di ergersi a difesa del reparto di Ginecologia, memori del trattamento ricevuto in passato, che hanno fatto e fanno del locale punto nascita un'eccellenza.

"A Penne sono stata accolta e seguita come madre, donna e persona" - ha commentato una di loro, mamma di 2 figli - "ed ho incontrato un personale molto competente e professionale, oltre ad essere dotato di grande umanità, che mi ha permesso di vivere il parto con naturalezza".

Tutte sono concordi sulla bravura, sulla disponibilità e sulla professionalità del personale, ed a tali consiferazioni sullo staff se ne sono aggiunte altre di natura più prettamente logistica. "Se cè la possibilità di tenerlo aperto, va colta, implementandone le potenzialità in materia di sicurezza" - ha affermato un altra donna, anch'ella madre di due bimbi - "in particolare per quanto riguarda i parti urgenti. E' impensabile, oltre che rischioso, trasferire una partoriente sino a Pescara in casi del genere: vi sarebbero buone probabilità che il parto debba essere effettuato in ambulanza durante il tragitto. Senza contare che, mantenere il punto nascita a Penne, permetterebbe di non sovraccaricare quello di Pescara".


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