Qualità ambientale, L'Aquila penultima d'Abruzzo nonostante il sisma

Il rapporto Ecosistema urbano di Legambiente

25 Ottobre 2010   09:49  

È la penultima città d'Abruzzo, fra i capoluoghi di provincia, per qualità ambientale, secondo il rapporto annuale di Legambiente.

L'aquila si piazza al 76° posto nella classifica nazionale di Ecosistema Urbano, perdendo terreno rispetto al 2009 ma non abbastanza da finire in fondo alla lista delle abruzzesi, che registrano un complessivo peggioramento.

Sembra, insomma, che il terremoto non abbia sortito radicali effetti sulla qualità dell'ambiente, se questa si misura – come fa Legambiente, insieme a Ambiente Italia – valutando la qualità dell'aria, la capacità di depurazione delle acque, la produzione di rifiuti, il livello di raccolta differenziata, la diffusione del trasporto pubblico, l'estensione pro capite della superficie delle isole pedonali e delle zone a traffico limitato, oltre a una lunga serie di indicatori riguardanti le politiche energetiche.

Il calo è stato giudicato inevitabile dal sindaco Massimo Cialente, e tutti possono immaginare il motivo di questo commento. Qui, almeno, nessun politico può scaricare la responsabilità sul proprio predecessore o offrire al pubblico dibattito stantie dichiarazioni per auto assolversi da qualsivoglia tipo di responsabilità.

C'è da dire che se una città mantiene la propria qualità ambientale – e non della vita, si badi bene – nonostante una calamità naturale delle proporzioni dell'evento tellurico del sei aprile 2009, allora, forse, affronta la sfida della ricostruzione avendo già vinto una piccola grande battaglia, se non altro culturale. L'obiettivo, piuttosto, dovrà essere ora quello di mantenere la posizione, magari risalendo la classifica per guadagnare il terreno comunque perso.

Ma leggendo i valori dei singoli parametri, si scopre che la città federiciana – 76^ nella lista in termini assoluti – è vicina al podio già in molti indicatori: è nona in Italia in quanto a inquinamento dell'atmosfera, 21esima come produzione pro capite di rifiuti, seconda nell'offerta di trasporto pubblico.

Che poi oggi, a L'Aquila, la città fatta di salite e discese, si inizi a parlare di Bike sharing, fatecelo dire, ci fa sentire un po' più vicini alle città europee.

Una battaglia di tipo culturale si diceva. La mentalità dei cittadini muta se a imprimere una svolta verso il cambiamento sono per primi gli amministratori.

Cicloposteggi integrati con il trasporto pubblico e biciclette elettriche per incentivare gli spostamenti con mezzi sostenibili possono essere il futuro, ci giura il Comune, che con il progetto già approvato in giunta, punta allo sdoganamento delle due ruote anche in centri urbani dalla morfologia impervia.

Nei piani dell'amministrazione anche l'avvio di un piano sperimentale per l'utilizzo di autobus a idrogeno a emissioni zero.

Una città L'Aquila, che sembra dunque – almeno nelle intenzioni – voler guardare al futuro. Ed è necessario volgere lo sguardo oltre il breve periodo se si vuol approfittare del terremoto per ricostruire una città eco sostenibile e tecnologicamente avanzata.


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