Rapporto Italiani nel Mondo 2008: le nuove generazioni

Presentata a Roma la terza edizione

01 Ottobre 2008   16:40  
Si è tenuta ieri a Roma, presso l'Auditorium di via Rieti la presentazione del terzo "Rapporto Italiani nel Mondo" promosso dalla Fondazione Migrantes, più di 500 pagine di studi, dati e riflessioni di carattere sociologico che hanno il grande merito di approfondire l'andamento attuale dei processi migratori, e le condizioni esistenziali degli immigrati italiani all'estero.
L'opera, edita da Idos, si compone di 50 capitoli realizzati da oltre 60 autori, e si contraddistingue per la considerazione del fenomeno migratorio in qualità di processo vivo e mutevole, da non ancorare retoricamente al passato, ma da approfondire in tempo reale, nel suo evolversi costante, nella sua natura sfaccetata e gravida di promesse culturali.
All'evento hanno partecipato il Coordinatore redattori Caritas/Migrantes Franco Pittau nel ruolo di moderatore, Mons.Piergiorgio Saviola, Direttore generale della Fondazione Migrantes, Don Michele Morando, Direttore Pastorale Italiani nel Mondo, Delfina Licata, Capo redattore del Rapporto, Adelina Miranda docente all'università di Parigi, Lorenzo Murgia, Vicepresidente Vicario del Consiglio dei Toscani all'Estero, Carla Zuppetti Ministro Plenipotenziario e Direttore Generale Italiani all'Estero, e l'On. Franco Narducci Vicepresidente Commissione Affari Esteri della Camera Deputati.
Ad introdurre i significativi interventi dei presenti è stato Pittau, che ha subito evidenziato l'importanza di diffondere i dati raccolti allo scopo di sensibilizare l'opinione pubblica sul tema dei processi migratori, ancorata ad una visione distorta e anacronistica dell'emigrato/immmigrato, ancora basata su pregiudizi e mancanza di informazione: gli italiani all' estero quanto gli immigrati in Italia sono una vera e propria risorsa, un tesoro che se riconosciuto è in grado di produrre il cambiamento di mentalità di cui il nostro Paese necessita in quest'epoca di appiattimento culturale e decadenza.
Il concetto di emigrante/immigrato come risorsa ha trovato piena condivisione da Mons. Saviola che ha sostenuto quanto sia importante valorizzare le "nuove leve" dei flussi migratori, giovani italiani in grado di produrre vere e proprie svolte nei Paesi di accoglienza.
A seguire la proiezione del Video di Sat2000 "Rapporto Migrantes 2008" sugli italiani che vivono in Europa. Un interessante viaggio mediatico alla scoperta dei cambiamenti che il processo migratorio ha manifestato negli ultmi anni, tra i quali il fenomeno della cosiddetta "emigrazione d'elite": migliaia di giovani neolaureati che riescono a trovare all' estero posizioni ben remunerate ed adeguate al percorso di studi intrapreso, costretti ad espatriare per via di un mercato del lavoro che ormai fa acqua da tutte le parti, che non consente di guadagnare nè di risparmiare,e che di fatto priva il giovane di autonomia e progettualità.
Un dato che dovrebbe segnare tangibilmente l'ordine del giorno di un' Italia che sta rinunciando alla propria ricchezza, che mostra i sintomi inequivocabili di una grave miopia sociale e istituzionale verso le nuove generazioni, offese da un sistema che non le conosce nè si sente in dovere di conoscerle.
L'intervento di Delfina Licata, visibilmente emozionata per il valore sociale del lavoro compiuto, si è concentrato proprio sulle caratteristiche delle nuove generazioni migratorie, descritte come dinamiche, poliglotte e cosmopolite, e che raramente fanno ritorno in Italia dopo aver vissuto e lavorato oltre confine, non solo per la precarietà del momento italiano, ma anche perchè trovano nella nuova situazione la realizzazione di obiettivi che vanno oltre l'aspetto materiale ed economico.
Una considerazione che ha fatto da spunto al contributo di Don Michele Morando, intento a veicolare il messaggio dell' emigrazione in qualità di sfida spirituale: integrarsi senza perdere la propria identità religiosa e culturale significa portare ricchezza nei Paesi esteri, e allo stesso tempo crescere relazionandosi con la diversità .
L'emigrante/immigrato rappresenta l' individuo che anela a realizzarsi, a farcela, e quindi a celebrare la Vita, quella che i religosi chiamano Dio e i laici identificano come Amore, solidarietà, giustizia.
Ora, se ci aspettiamo che i nostri italiani oltre confine siano rispettati e valorizzati, non possiamo comportarci in senso quasi diametralmente opposto verso quelli che sono gli immigrati interni al sistema Paese. Gli stranieri che oggi temiamo, se accolti sinceramente e conosciuti possono portare ricchezza e innovazione al nostro territorio, rendendolo multiforme e globalizzato, in grado di reggere il confronto che le altre dimensioni europee.
Gli interventi di Adelina Miranda e Lorenzo Murgia hanno approfondito rispettivamente l' aspetto metodologico degli studi sui processi migratori, e l'accrescimento delle forme di associazionismo regionale agevolate dalla modifica del titolo V della Costituzione.
L' importanza dell' associazionismo per vivificare il rapporto tra gli italiani in Patria e i connazionali nel mondo, è stata affermata anche dal Ministro Zuppetti, che ha ricordato l' imminenza della "Conferenza Mondiale dei Giovani Italiani all' Estero", prevista per il 10 dicembre presso la sede della Fao a Roma .
Un invito a partecipare in massa che l'On. Narducci ha espresso vivamente nelle sue conclusioni: "Bisogna inventare un nuovo tipo di Erasmus, che metta in relazione i nostri giovani con i corrispettivi immigrati, affinchè traggano da essi l' ispirazione che il nostro Paese non sa fornirgli".
Un evento di vitale importanza per rafforzare il legame con le nuove generazioni di italiani nel mondo, e per trarre da esse spunti in grado di produrre quel cambiamento di mentalità, che aiuti la gioventù in Patria a valorizzarsi meglio e a reagire di fronte ad una crisi che non ha scelto, ma che non può fingere di non vedere.


GDC


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