Riconversioni farlocche, finti imprenditori: i lavoratori Golden Lady protestano fuori l'Emiciclo

17 Settembre 2013   16:58  

Oggi fuori il palazzo della Regione le lavoratrici e i lavoratori della Golden Lady di Gissi. Quasi 400 persone in mobilità che hanno perso il lavoro a seguito di una riconversione fallita, e piena di ombre.

La Golden lady di Gissi. Per anni ha prodotto ed esportato nel mondo calze di grande qualità. Poi ai primi sentori della crisi il padrone, Nerino Grassi, decide di delocalizzare in Serbia. E di chiudere lo stabilimento da un giorno all'altro portandosi via i macchinari.

Insomma, ad essere sacrificati sull'altare della competitività globale e del profitto privatissimo, come sempre, i lavoratori messi in cassa integrazione.

Sindacati e politici si mobilitano percorrendo la strada della riconversione. La Wollo società di consulenza specializzata in materia, individua due ditte pronte a rilevare lo stabilimento.

La Silda della famiglia Del Gatto, per produrre scarpe di prima qualità, e la New Trade per riciclare i vestiti usati.

Grande fu la soddisfazione dell'assesore al lavoro Palo Gatti

La Silda a fine 2012 riassorbe 250 dipendenti, con un contratto ''on the job'': ovvero l'imprenditore paga il 20% dello stipendio facendo formazione ai cassintegrati, il resto ce lo mette l'Inps, cioè le tasche dei cittadini.

I problemi cominciano non appena la ministra Fornero cancella questa forma contrattuale e di ammortizzatore sociale.

La Silda afferma di nohn poter farsi carico di tutti i lavoratori. E si tiene solo 80 dipendenti, gli altri tornano in cassa integrazione. Poi grazie alla concertazione con sindacati e regione si escogita una forma surrettizia di contratto on the job: i dipendenti lavorano percependo comunque la cassa integrazione, l'azienda paga solo una settimana dello stipendio mensile. Ma anche questa forma di aiuto pubblico non sortisce effetti: la Silda non riesce a pagare neanche questa limitata quota di stipendi.

Destino più o meno analogo quello dei lavoratori Golden Ldy che vengono riassorbiti dalla New Trade.

La riconversione parte a fine 2012, assunti subito 70 dipendenti, gli altri, garantisce l'azienda, sarebbero stati riassorbili in un secondo momento. Ma dopo pochi mesi, a gennaio i i lavoratori, che ancora non ricevevano parte degli stipendi, si ritrovano il cancello dello stabilimento chiuso. Ed anche loro sono tornati in mobilita.

La New Trade, è intanto finita sotto inchiesta. I proprietari dell’azienda, i fratelli Nicola e Franco Cozzolino sono attualmente indagati dalla Dda di Firenze, perché sarebbero coinvolti in giro di traffico illecito di rifiuti plastici e abiti usati.

di Filippo Tronca
montaggio di Marialaura Carducci


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