Ricostruzione, Ance: "Ordinanza chiede offerte, non ribassi"

27 Marzo 2012   19:11  

“Dire offerte non è la stessa cosa che dire preventivi” chiosa il Presidente di ANCE L’Aquila Gianni Frattale intervenendo sui commenti seguiti alla firma dell’Ordinanza Monti/Barca sulla ricostruzione”.

L’Art. 7 comma 1 così recita: Al fine di favorire la concorrenza e la trasparenza nell’affidamento dei lavori e di prevenire infiltrazioni malavitose, le domande di contributo per la riparazione o la ricostruzione di edifici danneggiati o distrutti dal sisma (…) devono essere corredate anche da almeno cinque offerte acquisite da imprese, individuate tra quelle comprese negli elenchi (…) al fine di consentire valutazioni comparative. 

“La terminologia in ambito legislativo è sostanza – continua Frattale – .L’ordinanza così com’è scritta, secondo la nostra interpretazione, lascia al cittadino la possibilità di scegliere tra le offerte, si badi bene, e non tra i preventivi, quella che gli sembra più conveniente secondo parametri non economici (quelli sono già fissati per legge) ma relativi ad altri fattori come: affidabilità dell’impresa, attendibilità dell’offerta, qualità perseguita del lavoro, tempi di realizzazione, garanzie assicurative e fidejussorie.

E’ su questo, secondo l’ordinanza e secondo noi, che si giocherà la concorrenza di mercato e non sui ribassi, di cui non c’è voce. Se di ribassi si parlasse, oltretutto, la procedura sarebbe da ritenersi impropria visto che va a regolare non una gara pubblica ma un affidamento privato. 

Ricordiamo - continua Frattale - che la scelta a monte dell’indennizzo piuttosto che del contributo rimandava proprio ad un rapporto fiduciario del committente con imprese e progettisti finalizzato al controllo diretto del cittadino sulla ricostruzione della propria casa e dunque alla qualità. L’ordinanza pertanto non poteva intervenire a modifica di tale scelta senza rischiare di realizzare un ibrido legislativo che avrebbe tradito l’impostazione di principio ed aperto la strada dei ricorsi.

Per quanto riguarda il contenimento dei costi, questi sono già attestati al minimo utile, dall’esame severissimo della filiera, ed ancor prima dai parametri base scelti per il calcolo dell’indennizzo, allineati a quelli dell’edilizia popolare. Si aggiunga che le superfici sono calcolate al netto e non al lordo, come se intere parti dell’edificio non esistessero o non dovessero essere sottoposte ai lavori. Questo fa capire quanto già le imprese ci mettano del loro. Anche per questo l’Ordinanza non poteva spingere verso ulteriori tagli di spesa senza tradire la finalità ultima per cui è stato scritto l’Art. 7 e cioè quello della prevenzione delle infiltrazioni malavitose”.


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