Ricostruzione, Fillea e Cgil: "Le norme per legalità e la trasparenza non sono applicate"

La denuncia e l'appello alle istituzioni

05 Giugno 2013   13:13  

“Le norme per una ricostruzione legale e trasparente ad oggi non trovano applicazione” lo hanno denunciato Cgil e Fillea Cgil, che hanno mostrato come, prima ancora che le risorse siano certe, esiste già un preoccupante stato di irregolarità. Un contratto integrativo sottoscritto nel dicembre 2012 e un DPCM del 4 febbraio 2013 indicavano le misure necessarie per garantire la qualità del lavoro nella ricostruzione, la sicurezza, la trasparenza e la legalità, misure, denuncia la Cgil, che vengono disattese.

A fronte di una stima di 18000 operai necessari per la ricostruzione, quando sarà a pieno regime, ad oggi nei cantieri ne lavorano quasi 8500 ma ben il 48% risiede fuori provincia. Le forme contrattuali applicate -ha spiegato il segretario provinciale di Fillea Emanuele Verrocchi ì- sono caratterizzate dalla precarietà, con evidente mancanza di qualità. Si affaccia inoltre sulla ricostruzione il fenomeno di lavoratori comunitari che lavorano nel cratere ma sono sottoposti alle leggi del loro paese, e versano lì contributi. L'irregolarità è anche contabile a fronte di 4 milioni di euro non versati dalle imprese alle casse edili.

L' appello di Cgil e Fillea è al governo ma anche alle istituzioni locali.

L'assessore Di Stefano tranquillizza e spiega come il Comune sia totalmente dalla parte della legalità, visto anche le norme del DPCM sono state pensate insieme, e quindi dal Comune il totale appoggio all'impegno per la legalità. 

E se le risorse non arriveranno, ha commentato il segretario provinciale della Cigil Umberto Trasatti, Cgil Cisl e Uil sono pronti allo sciopero generale a Roma.

Nellintervista:

Umberto Trasatti, segretario provinciale Cgil
Pietro Di Stefano, assessore ricostruzione Comune L'Aquila


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