Ricostruzione, i senza tetto sperano. La mafia pure

Molti lanciano l'allarme. Per altri è fantasia

15 Aprile 2009   10:30  

La mafia è sempre un tabù, anche in Abruzzo dove tutte le ultime relazioni della magistratura ne parlano come di una realtà la cui presenza è riscontrata da numerose inchieste e confische di beni appartenenti a famiglie e boss della criminalità organizzata. Persino in questi giorni di post-sisma, quando i maggiori quotidiani aprono lanciando l’allarme di infiltrazioni mafiose in vista dell’arrivo delle risorse per la ricostruzione, riportando le parole di autorevoli esponenti della Procura della Repubblica, a molti aquilani la pronuncia della parola “mafia” fa sorridere e girare dall’altra parte. Come se si parlasse di fantasie di qualche esaltato e megalomane che crede che l’Abruzzo sia così appetibile. Eppure il primo a interrogarsi sulla presenza di decine di sportelli bancari in una città senza neanche una industria, forse da ingenuo, è stato proprio il capo della Procura Rossini, al buon lavoro del quale, stando alle sue prime parole, L’Aquila dovrebbe affidarsi.

Non è trascendentale credere che il fiume di soldi che arriveranno in Abruzzo per la ricostruzione è “molto appetibile per mafia e camorra. È scontato ipotizzare – dice Rossini – che le organizzazioni criminali che non sono estranee all’Abruzzo cercheranno di infiltrarsi”. Rossini ne ha già parlato col procuratore nazionale Antimafia Grasso, che ha condiviso le preoccupazioni del capo della Procura aquilana.

Non fanno dormire sonni tranquilli ai terremotati, tuttavia, oltre alle scomode brande delle tende, neanche le parole del ministro Maroni che assicura che il governo vigilerà contro eventuali mani lunghe della mafia.

“Trovo giusto l’allarme lanciato dal procuratore Grasso e dallo scrittore Saviano circa la nascita del partito del terremoto, che va sicuramente evitata” afferma Maroni, che almeno sembra avere coscienza del problema.

(MS)

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