Rifiutopoli, i favori di Di Zio ai politici e l'sms di Chiodi

27 Settembre 2010   09:58  

Dagli atti della Procura della Repubblica di Pescara spuntano anche particolari che rivelano come si fosse man mano consolidato il rapporto fra Rodolfo Di Zio e Chiodi e Venturoni.
Fra le ultime rivelazioni si apprende che fu l'assessore alla Sanità a chiedere a Di Zio di fare qualcosa per sistemare, in una delle sue aziende, un familiare del segretario del governatore.
Una "spintarella" che sarebbe sintomatica, per gli investigatori, non solo del rapporto stretto tra assessore e imprenditore dei rifiuti ma anche delle normalità e frequenza di scambio di favori reciproci.

Chiodi chiese a Venturoni di "passare la parola a Di Zio" e l'assessore si adoperò in tal senso.

Il 7 ottobre 2008 Antonio Di Pasquale, genero di Gianfranco Gambacorta, segretario di Chiodi, viene assunto alla Deco di Di Zio. Solo 7 giorni dopo, il 14 ottobre, proprio la Deco "otterrà, senza concorrere con alcuna altra impresa" l'assegnazione del progetto per la costruzione del Tmp.
Ad aprile 2009 Di Pasquale ottiene la seconda assunzione in proroga.  Per i magistrati "è il periodo in cui si salda, grazie al senatore Di Stefano, l'alleanza tra Venturoni-Di Zio e Daniela Stati".
Gianfranco Gambacorta, scriverà poi un sms a Venturoni per ringraziarlo: "Lanfranco, volevo informarti che Rodolfo Di Zio ha sistemato mio genero. Grazie per tutto. Sei un vero amico e conta su di me. Giuliano". Anche il presidente Chiodi, ad assunzione fatta, ringrazierà Di Zio con lo stesso strumento, un messagino sul cellulare: "Caro Rodolfo, Giuliano mi ha detto che vi siete sentiti. Grazie e buona domenica".

Scrive il gip: "Venturoni può chiedere perchè ha dato e darà. Di Zio concede, perchè attende restituzioni".

Ma non si tratterebbe di un favore qualunque, in questo caso, perchè «i tempi» della prima assunzione e successiva proroga per il ‘segnalato’ sono per la procura «fortemente suggestivi».

Il presidente Chiodi, in ogni caso, in una recente intervista, aveva precisato che Gambacorta non è il suo segretario ma un consigliere comunale di Teramo e che il cognato di Gambacorta, avendo un contratto a tempo determinato in una azienda di Di Zio, aveva chiesto all'imprenditore la proroga di sei mesi e, una volta ottenuta, aveva chiesto al presidente di ringraziarlo.


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