Rifondazione: giusto il canone sulle acque minerali

"Un bene che appartiene a tutti"

09 Maggio 2008   11:21  
Rifondazione Comunista si battera' in sede di Commissione Bilancio e successivamente in Consiglio regionale per difendere la norma introdotta dalla Giunta regionale che - affrema il partito in una nota - finalmente introduce in Abruzzo un giusto principio, ovvero che chi ha concessioni per emungere acqua minerale paghi un canone in base alla quantita' d'acqua emunta. Cosi' la Regione Abruzzo si mette al pari di altre Regioni quali Piemonte, Basilicata, Umbria, Veneto, Toscana, che hanno gia' introdotto questa norma ricavando grandi benefici per le casse regionali e dei comuni interessati dal prelievo di acqua. Secondo il segretario regionale Marco Gelmini, la capogruppo regionale Daniela Santroni e Amanda de Menna, responsabile organizzazione del partito in Abruzzo "e' un giusto risarcimento perche' non e' possibile continuare a tutelare gli interessi dei grandi gruppi economici che fanno affari da capogiro mettendo in vendita un bene che appartiene a tutti, un bene comune. Inoltre - proseguono - va ricordato che lo smaltimento delle bottiglie di plastica consumate (e l'Abruzzo e' tra i primi posti in Italia per consumo pro capite di acqua minerale) e' gia' un costo sostenuto da tutta la collettivita', siamo di fronte ad una situazione paradossale: oltre il danno della captazione e dell'impoverimento delle risorse acquifere (vista l'impennata dei consumi) la beffa di dover sostenere i costi dello smaltimento. L'introduzione di un canone di 0,02 centesimi di euro per litro ci pare un provvedimento da adottare. Troviamo assurdo poi che consiglieri regionali cosi' legati al territorio continuino a difendere gli interessi dei grandi gruppi economici che sfruttando proprio le risorse del territorio ricavano lauti profitti. Gli introiti ricavati - sostiene Rifondazione - devono essere investiti nella ristrutturazione della rete idrica, oggi unanimemente definita 'colabrodo', nel risanamento ambientale dei territori limitrofi alle fonti idriche, nella tutela della qualita' dell'acqua potabile attraverso una rete di controlli sempre piu' accurati, nel sostegno a campagne per il risparmio idrico e per il consumo di acqua dal rubinetto. Tutto cio' perche' l'acqua e' un bene fondamentale alla vita che non puo' essere considerata una risorsa o un bene economico. Ci pare quindi - dicono infine i vertici abruzzzesi di Rifondazine - una battaglia di buon senso e civilta' porre fine ad uno sfruttamento praticamente gratuito. Respingiamo inoltre le paventate crisi occupazionali visto che le multinazionali del settore hanno investito nel 2005 124 milioni di euro in pubblicita': un investimento che sicuramente ha pagato dal momento che i consumi medi di acqua in bottiglia in Italia sono passati da 110 a 188 litri annui pro capite a fronte di una media mondiale di 24 litri". (AGI)

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