Ritardo pagamento terreni espropriati per il CASE, conto salato di 6 milioni in più

27 Settembre 2013   12:37  

I contribuenti hanno speso 6 milioni di euro in più a causa dei ritardi con cui si sta procedendo a pagare i terreni espropriati per relazziare il progetto CASE. La denuncia arriva dal consigliere comunale Stefano Palumbo. Gli espropri costeranno150 milioni di euro, una cifra iperbolica che andrà ad aggiungersi al già enorme costo della realizzazione degli alloggi di emergenza del post-terremoto aquilano, e tenuto conto che si fa una ora grandissima fatica a trovare i soldi per la ricostruzione. 

“ E’ trascorso ormai un anno da quando, in occasione dell’acquisizione al patrimonio comunale del “Progetto CASE” e della visita del Ministro Barca in consiglio comunale, invitavo Amministrazione Comunale e Governo ad una maggiore attenzione sul delicato problema degli espropri.

La mia fondata preoccupazione derivava dal fatto che in corrispondenza del passaggio dalla gestione commissariale al nuovo assetto di governance, avvenuto il 31 agosto 2012, nessuno avesse previsto una sorta di deroga per la Struttura di Missione Espropri che operava per tutti i comuni del cratere sismico con un’importante dotazione finanziaria prevista dalla OPCM 4013/2012.

Ed infatti, come avevo previsto, da quel giorno c’è stato un blocco delle attività fino al giugno di quest’anno quando, attraverso una convenzione tra tutti i comuni interessati, sono finalmente riprese le attività in capo all’Ufficio Speciale dell’Aquila.

Risultato: sono stati persi 9 mesi, costati in termini di indennità di occupazione (ovvero il risarcimento per il periodo intercorrente tra la data di immissione in possesso e la data di determinazione dell'indennità di espropriazione dei terreni) oltre 6 mln di euro (circa 700.000 euro al mese).

Adesso, il nuovo ufficio, coordinato dall’Ing. Gabrielli, è chiamato ad imprimere un’accelerazione sulle procedure che, come previsto dal DPR 327/01, impongono all’amministrazione pubblica un termine perentorio di 5 anni per emanare il decreto di esproprio dell’area immessa in possesso, e ad oggi, non serve ricordarlo, sono già trascorsi circa 4 anni.

Per fare il punto della situazione e capire l’andamento delle attività di esproprio sulle tante aree occupate in fase di emergenza, nella seduta della commissione “gestione del territorio” fissata per mercoledì 2 Ottobre, ho invitato a partecipare l’Ing. Gabrielli e il dott. Aielli, nella speranza che la discussione porti a fare chiarezza su una problematica che ammonta a circa 150 milioni di euro, soldi che in un periodo di stretta economica possono rappresentare una vera boccata di ossigeno per le migliaia di persone coinvolte.”

 


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