Riti voodoo per "redimere" le lucciole. Sei nigeriani arrestati per riduzione in schiavitù

Per le prostitute violenze fisiche e psicologiche

27 Settembre 2011   08:47  

L'organizzazione smantellata con un'operazione di stamane della squadra mobile di Pescara gestiva tutta la filiera, dal reclutamento delle ragazze in Nigeria fino all'arrivo in Italia e all'avvio alla prostituzione, con controlli pressanti sulle lucciole che venivano segregate in casa, picchiate e minacciate.

Il trasporto in Italia era tutt'altro che confortevole: talvolta le giovani donne attraversavano il deserto, raggiungevano la Libia e da li' si spostavano in Italia, anche a bordo dei famigerati barconi ed e' anche accaduto che una di loro sia finita per errore a Malta, dove e' rimasta un anno in un centro. L'arrivo in Italia, che costava a ogni prostituta tra i 50 e i 60mila euro, era favorito da documenti falsi. Per far sottostare le giovani agli ordini impartiti l'organizzazione ricorreva alle maniere forti e sequestrava loro i documenti: una delle prostitute finite in questo giro ha segnalato che la madre e' stata assalita in Nigeria e uccisa a suon di botte, ma non e' chiaro il collegamento tra l'omicidio e l'organizzazione e l'Interpol si sta occupando del caso.

Le ragazze assoggettate al controllo dei nigeriani sarebbero una decina, di eta' compresa tra 20 e 30 anni, di cui tre sono riuscite a liberarsi e sono inserite in un porgramma di protezione e reinserimento. Una di loro, rinchiusa in casa per tre anni, si sarebbe presentata alla polizia dopo aver avuto il permesso di recarsi a una festa. Le donne lavoravano e vivevano con i capi tra Pescara e Montesilvano, dove si concentrava la maggior parte delle lucciole. Quanto ai riti voodoo non si esclude che siano stati utilizzati dei capretti, considerato che la mobile ha trovato due carcasse di animale per la macellazione nella macchina di uno degli indagati. Al momento i nigeriani presi sono 5, tre uomini e due donne.

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L'OPERAZIONE

Un'operazione antiprostituzione della polizia e' in corso a Pescara per l'esecuzione di sei misure cautelari nei confronti dei presunti componenti di una banda di nigeriani accusati, tra l'altro, di sottoporre le ragazze a riti voodoo.

Le indagini della squadra mobile, partite l'anno scorso sotto il coordinamento della Procura Distrettuale di L'Aquila, sono durate diversi mesi e si sono basate sia sulle dichiarazioni di alcune delle ragazze sfruttate, sia su numerose intercettazioni e servizi di controllo e pedinamento.

A coordinare le indagini e' stato il pm Antonietta Picardi mentre il gip del Tribunale de L'Aquila che ha disposto gli arresti e' Giuseppe Romano Gargarella. I nigeriani sono accusati di riduzione in schiavitu' finalizzata allo sfruttamento della prostituzione e favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.

Le lucciole nigeriane, secondo quanto accertato dalla Squadra Mobile diretta da Piefrancesco Muriana, erano sottoposte a riti Voodoo al momento del reclutamento.

L'obiettivo era quello di ottenere l'omerta' delle vittime: gli sfruttatori si preservavano cosi' da eventuali denunce e insolvenze per il debito che le ragazze avevano nei loro confronti per le spese sostenute.

Le 'schiave' erano anche sottoposte a violenze fisiche e pressioni psicologiche ed erano minacciate di gravi ritorsioni anche nei confronti dei familiari.

All'operazione, coordinata dal Servizio Centrale Operativo di Roma, partecipano circa 50 agenti delle questure di Pescara e Bari, del Reparto Prevenzione Crimine di Pescara e del Reparto Mobile di Senigallia. Maggiori dettagli alle 11, in conferenza stampa, in questura.


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