''Salvate ingegneria!''. Intervista ai due docenti in catene

Macerie e sciacalli in agguato

09 Febbraio 2011   12:07  

Al nostro microfono Gianfranco Totani e Alfonso Paoletti i professori di ingegneria che si sono incatenati questa mattina davanti ai cancelli della facoltà di Ingegneria di Roio, per protestare contro i ritardi nella ricostruzione della struttura, fortemente danneggiati dal sisma.

Spiega Alfonso Paoletti: "La facoltà è composta da tre blocchi: A, B e C. Solo sul blocco A si sta intervenendo grazie a un finanziamento del Rotary per 1,7 milioni di euro. Gli altri due blocchi, che tutto sommato non hanno riportato gravissimi danni e potrebbero essere ristrutturati in 6-8 mesi, sono invece ancora nello stato in cui li ha lasciati il sisma del 6 aprile.''

Per il blocco B in teoria ci sarebbero i fondi del Provveditorato, ovvero 3 milioni di euro, Per il blocco C 1,2 milioni di euro promessi dalla ditta Erg. La ministra Gelmini aveva garantito 70 milioni di euro di fondi Cipe a favore delle strutture universitarie terremotate. Ci sono poi i 40 milioni a disposizione del commissario Gianni Chiodi per gli edifici pubblici.

Si chiedono dunque i due docenti in catene: che fine hanno fatto questi soldi, supposto che ci siano mai stati? 

La domanda è rivolta al governo, che ha ben altro a cui pensare, e al rettore Ferdinando Di Orio, che risponde al microfono di abruzzo24ore.tv: ''Non è vero che ci sono i soldi, non abbiamo un euro. Dei fondi Cipe garantiti dalla ministra Gelmini non è arrivato un centesimo.. I 40 milioni a disposizione del commissario Chiodi non sono destinati ad Ingegneria, ma ad edifici storici del centro storico, comprese le sedi universitarie palazzo Carli e palazzo Camponeschi''

Così nulla si muove. E il rettore dovrà forse rescindere il contratto per i capannoni della ex-Optimes, perché troppo costosi e dovrà indire un bando regionale. Il rischio è dunque che, come paventa lo stesso rettore, la facoltà di Ingegneria, senza spazi e strutture adeguate a L'Aquila in tempi stretti, potrebbe volare alta verso altre città. Pescara uno dei possibili approdi. Qualche interesse anche ad Avezzano-Celano, che in emergenza sismica ha già ospitato dei corsi. 

Di Orio garantisce che non sarà così, a nessuno riuscirà nell'immane scippo. Non è un mistero però che anche a livello politico c'è chi lavora in questa direzione, e vuole sciacallare corsi di laurea o tutta la facoltà in blocco dalla città terremotata. 

Ad Ingegneria dell'Aquila sono iscritti 6mila studenti, molti dei quali pendolari, perché nessuno ha ancora costruito alloggi in città.

FT

 


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