San Raffaele sequestrato e i nessi con la sanitopoli abruzzese

Alla nostra salute

26 Maggio 2010   15:06  

Nel servizio del tg di Rete8 a firma di Luca Pompei, gli sviluppi dell'inchiesta sul gruppo Tosinvest, che ha portato al sequestro della clinica san Raffaele di Sulmona  e i nessi inquietanti con l'inchiesta della sanitopoli abruzzese


Sotto sequestro il san Raffaele di Sulmona. si ipotizza la truff. Secondo Il Sole24ore

La clinica San Raffaele di Sulmona, insieme ad altre cinque in Italia  è stata posta sotto sequestro conservativo dalla Corte dei conti.

Le strutture fa parte del gruppo Tosinvest della famiglia Angelucci. I vertici del gruppo hanno minimizzato, parlando di un ''sequestro di beni immobili, a garanzia dell'eventuale accertamento del debito con la Regione Lazio'' e proponendo immediatamente la richiesta per la revoca del sequestro.

Le cliniche resteranno aperte ai pazienti senza disagi ma sono soggetto di un'inchiesta al vaglio della stessa Corte dei Conti: l'accusa è di aver fatturato in maniera irregolare prestazioni in regime di convenzione con le Asl, con la consecutiva aggravante della truffa per 134 milioni di euro ai danni della Regione Lazio e dell'Abruzzo.

Le sei strutture private si trovano a Velletri, Cassino, Pisana, Portuense e appunto Sulmona e sono oggetto di inchiesta da due anni. Sul caso, infatti, esiste un fascicolo di ben 837 pagine, con intercettazioni telefoniche, testimonianze di pazienti, fatturazioni che non corrispondono a effettive prestazioni. Un esempio sarebbero numerosi casi di lombalgia e cervicale registrati come ricoveri e non come visite mediche, con un introito economico di dieci volte superiore.

Sarebbero stati poi gonfiati i numeri dei ricoveri, grazie all'assenza di controlli e, ipotizzano gli inquirenti, alla connivenza di funzionari e politici.

Nel settembre 2007, si legge infatti nelle carte dell'accusa, figuravano a Velletri ben 339 ricoveri in riabilitazione di cui 158 in day hospital quando la clinica poteva contenere solo 225 ricoveri di cui 30 in quello giornaliero.

Un'inchiesta resa possibile dalle intercettazioni telefoniche. Come quella tra due funzionari dell'Asl Roma H che tra loro dicono: ''Lo sanno tutti che al San Raffaele di Velletri taroccano le cartelle, tutte patologie finte''

Dunque, se dovesse entrare in vigore il dl intercettazioni senza sostanziali modifiche e nella sua forma peggiore, non solo non si potrebbe pubblicare questa notizia, ma forse non sarebbe stata possibile per i magistrati portare avanti l'inchiesta giudiziaria.



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