Sanità, l'aspirina al centro dell'assemblea Simg Abruzzo

10 Dicembre 2014   12:38  

L'acido acetilsalicilico, universalmente noto come Aspirina, rappresenta uno dei principi attivi piu' utilizzati nella storia della medicina: da piu' di un secolo, infatti, viene impiegato come antinfiammatorio, antidolorifico e antipiretico.

Dagli anni '70, poi, l'attenzione della comunita' medico scientifica si e' concentrata sugli effetti d'inibizione dell'aggregazione piastrinica, ed i conseguenti vantaggi in termini di prevenzione cardiovascolare con regimi terapeutici a basso dosaggio (75/100 mg al di').

Il medesimo farmaco utilizzato nella prevenzione cardiovascolare, sta dimostrando un'efficacia, ipotizzata gia' alcuni anni fa ma che ora trova conferme crescenti, anche nel campo della prevenzione dei tumori, soprattutto quelli del tratto gastrointestinale (cancro del colon retto, dell'esofago e dello stomaco).

I dati a supporto di questa tesi sono frutto di analisi retrospettive condotte su studi dedicati alle patologie cardiovascolari, nei quali i pazienti assumevano il farmaco a lungo termine.

"Dalla revisione della letteratura internazionale si e' visto che l'effetto preventivo sulle patologie oncologiche si ottiene con l'assunzione giornaliera di aspirina a basso dosaggio (intorno ai 100 mg al di') per un periodo prolungato", ha dichiarato il dottor Lucio Zinni, medico di Medicina Generale a Chieti e presidente regionale SIMG, al margine dell'Assemblea regionale SIMG Abruzzo.

"L'assunzione anche continuativa per i primi tre anni non determina differenze significative - ha aggiunto - ma e' stato visto che l'effetto protettivo verso i tumori sembra essere dipendente dai tempi di esposizione alla terapia.

Dopo 5 anni di esposizione continuativa, infatti - prosegue Zinni - si e' osservata una riduzione della mortalita' per tumori compresa tra il 33% e il 50%. Non solo, altro dato molto interessante riguarda il possibile beneficio in termini di riduzione della frequenza delle metastasi".

Perche' l'aspirina a basso dosaggio possa avere un'indicazione specifica per la prevenzione oncologica e' necessario avere conferme da studi clinici mirati che possano dire con certezza quali tumori, in quali soggetti, a quali dosaggi e per quanto tempo sia necessario somministrare il farmaco per avere effetti di protezione oncologica.

Valutazioni preliminari sui dati presenti negli archivi dei medici di medicina generale sono state presentate a fine novembre al 31esimo Congresso nazionale SIMG di Firenze e sembrano confermare questa tesi. "La necessita' di definire studi ad hoc su ampie popolazioni di pazienti e' partita anche dall'interpretazione dei dati attualmente disponibili. - continua il dottor Lucio Zinni -.

Per quanto ci riguarda, la nostra societa' scientifica (SIMG) ha una banca dati chiamata Health Search, cui afferiscono circa 900 medici di medicina generale, relativa a quasi 2 milioni di pazienti.

L'analisi retrospettiva di questa ampia mole di dati sta confermando le evidenze positive dell'impiego di aspirina anche nella prevenzione oncologica. Inoltre - conclude il dottor. Zinni - presso il Centro di Ricerca di Farmacologia Clinica di Chieti sono in corso studi clinici in questo ambito i cui dati preliminari indicano proprio un nuovo ruolo di aspirina in questo senso".

Se dal 2013 le Linee Guida Statunitensi ed Europee si sono dichiarate concordi riguardo l'utilita' di aspirina a basso dosaggio nei pazienti a rischio cardiovascolare elevato in prevenzione primaria, l'eventuale conferma del beneficio oncologico potrebbe, in futuro, ampliare l'utilizzo anche per i pazienti a rischio cardiovascolare moderato.

Un altro beneficio importante, che verrebbe dalla conferma dei dati attuali, e' che la consapevolezza di attuare una doppia prevenzione - cardiovascolare e oncologica - con un singolo farmaco, potrebbe migliorare notevolmente l'aderenza alla terapia dei pazienti. Un aspetto, questo, sempre cruciale nei trattamenti a lungo termine.


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