Sanitopoli: Petrilli,invito ai giudici a scarcerare gli indagati

24 Luglio 2008   11:50  
Un invito pubblico al procuratore capo Trifuoggi e al gip Di Fine, cioe' "quello di fare un piccolo passo indietro scarcerando gli imputati e arrivando in tempi brevi al processo", e' contenuto in una nota diffusa da Giulio Petrilli, gia' segretario provinciale di Rifondazione Comunista dell'Aquila. "Scorrono i giorni, le ore, e il terremoto che ha colpito la regione Abruzzo - scrive Petrilli - fa sentire gli effetti. L'immagine delle persone in carcere, rende sempre attuale l'evento. Si', il carcere luogo di espiazione, di una pena gia' sancita, gia' determinata, gia' emessa. Si' -osserva l'esponente di Rifondazione - poi dopo ci sara' il processo con i suoi esiti, ma quando c'e' gia' il carcere di partenza, tutto e' secondario. Oltre a luogo di estrema sofferenza per chi lo vive, determina anche un impatto massmediatico fortissimo. Le misure alternative, arresti domiciliari, indagini, rinvio a giudizio, non producono l'effetto speciale del carcere". Secondo Petrilli "in tutta questa vicenda, forse il carcere poteva aspettare, come in tantissime altre inchieste, forse era il caso di attendere il processo, nelle sue fasi fino a sentenza definitiva. Il presidente della giunta a Sulmona, il segretario generale a Pescara, due carceri complessi e duri. Questo ricorso al carcere, dopo le testimonianze accusatorie di una persona, che oggettivamente aveva degli interessi privati altissimi, deve far riflettere. L'impianto accusatorio si legge anocra nella nota - oltre queste dichiarazioni, sembra non fornire prove certissime. Per cui il dibattimento e il processo diventano determinanti e quando c'e' anche una virgola di dubbio sulla colpevolezza degli imputati - conclude Petrilli- e' bene evitare l'uso del carcere.

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