Scandalo Asl Pescara: domani gli interrogatori

16 Marzo 2010   15:31  

Domani e dopodomani gli interrogatori di garanzia per i cinque arrestati nell’ambito dell’inchiesta sui lavori di ristrutturazione al reparto materno-infantile dell’ospedale civile di Pescara. 4 gli interrogatori che saranno tenuti personalmente dal Gip Guido Campli, è stata invece chiesta una rogatoria per l’imprenditore pugliese G. P., in carcere a Foggia, lì sarà ascoltato da un magistrato del posto.
Intanto gli uomini della squadra mobile di Pescara coordinati da Nicola Zupo al lavoro per analizzare nel dettaglio tutta la documentazione sequestrata ieri in Direzione Sanitaria e non solo.
Faldoni, Hardware e chiavette per ottenere ulteriori riscontri, ma anche per accertare in maniera più precisa l’entità della truffa messa in piedi da P. con il benestare del funzionario asl Franco D’Intino, in qualità di responsabile unico del procedimento per quel che riguarda i lavori di ristrutturazione dei reparti di ostetricia e ginecologia nella palazzina rossa in Via Paolini.
Secondo l’accusa il grande burattinaio era P. il quale da subito avrebbe cercato il modo di spennare la gallina, la ASL di Pescara, corrompendo D’Intino attraverso lavori nella sua casa a Scafa, e liberandosi di tutti quegli elementi che avrebbero potuto intralciare il suo piano criminoso, a cominciare dalla Edlicap, la ditta con la quale si era associato per aggiudicarsi un appalto da quasi 3 milioni di euro, fino ai due direttori dei lavori, in particolare l’architetto Rosalia Di Matteo che aveva già evidenziato l’illeggittimità del modus operandi.
Una volta sgombrato il campo da possibili guastafeste si da seguito al progetto della perizia di variante all’appalto iniziale, scopo principale recuperare il ribasso d’asta, lo si evince con chiarezza in un’intercettazione telefonica tra Piancone ed il suo braccio operativo Giacomo Piscitelli, responsabile del cantiere anche lui in carcere, quando quest’ultimo dice a P. “Si era già impostato il discorso per recuperare il ribasso d’asta che è di un milione di euro…dobbiamo recuperare 40 mila euro e lei sa di che costa sto parlando”…sta parlando dei lavori eseguiti in favore di Franco D’Intino.
Ed è lo stesso D’Intino nel giugno scorso che propone la perizia parlando nella sua relazione di modifiche imposte da disposizioni legislative in materia di contenimento termico delle sale e delle camere del reparto. Come? Abbattendo tutte le pareti per sostituirle con muri in cartongesso, una vera esagerazione avallata, tuttavia, dai due nuovi direttori dei lavori, nominati non per controllare – come recita l’ordinanza di Campli – ma per agire affinchè l’interesse privato ed illecito dell’impresa trovasse puntuale soddisfazione. Detto fatto la perizia di variante impone un aumento d’importo da tre a circa 7 milioni di euro.
Da qui il coinvolgimento del direttore generale D’Amario il quale, secondo l’accusa, avrebbe attestato falsamente le condizioni per l’approvazione della perizia ponendo ostacoli all’azione di controllo del collegio dei revisori. D’Amario invece sostiene di aver bloccato quella perizia in attesa di ulteriori verifiche.

di Luca Pompei

 

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