Inchiesta sulla tragica morte di Andrea Prospero si complica con l’evasione del giovane romano accusato di istigazione al suicidio, emergono nuovi dettagli sulle cause.
Nell’ambito dell’indagine sulla morte di Andrea Prospero, il diciannovenne originario di Lanciano ritrovato senza vita in un appartamento nel centro storico di Perugia, emergono nuovi sviluppi. Il ragazzo romano di 18 anni, indagato per aiuto e istigazione al suicidio in relazione al caso, è infatti evaso dalla misura cautelare degli arresti domiciliari cui era sottoposto.
Secondo quanto riportato dagli atti dell’inchiesta, il giovane – noto con le iniziali E.V. – era stato posto sotto controllo a marzo e risiedeva presso l’abitazione dei genitori a Roma. Tuttavia, circa due mesi fa, il ragazzo è uscito senza autorizzazione dalla sua abitazione, infrangendo così la restrizione imposta dall’autorità giudiziaria. Non si tratterebbe, però, di una fuga vera e propria, bensì di una reazione alle evidenti difficoltà di convivenza con la famiglia.
La situazione di disagio emotivo e psicologico avrebbe spinto il giovane, a metà giugno, a uscire dalla casa in cui era confinato, evento che, per la legge, configura comunque un’evasione. Pur non essendo stata disposta un’aggravante della misura cautelare, la decisione delle autorità ha portato al trasferimento del ragazzo, considerando anche le problematiche legate alla sua permanenza nel contesto familiare.
La vicenda, che ha scosso la comunità di Lanciano e non solo, ruota attorno al drammatico episodio in cui Andrea Prospero ha perso la vita a causa di un’overdose di farmaci e sostanze stupefacenti, consumata mentre era in comunicazione diretta in chat con il giovane romano che si era presentato come suo amico.