Il mondo è strano, ma a volte lo è davvero troppo. E' di oggi la notizia che l'Iran, la nazione che pochi giorni fa era sulle prime pagine di tutti i giornali, e lo è tutt'ora, per l'inaudita repressione nei confronti dei suoi giovani, che manifestano contro i presunti brogli elettorali, condanna "l’uso della forza da parte della polizia italiana per reprimere le manifestazioni degli oppositori". Si, avete capito bene, Ahmadinejad ha fatto addirittura convocare l'ambasciatore italiano Alberto Bradanini presso il ministero degli Esteri di Teheran.
Dietro questa protesta è facile leggere una infantile vendetta per tutto il caos mediatico, creato anche dai giornalisti nostrani, esploso attorno alla vicenda dei giovani manifestanti iraniani. Tutto questo sa tanto di assurdo, di presa in giro, uno scherzetto creato ad arte da chi non ha gradito un'ingerenza tanto grande dallo Stato italiano in fatti che, a loro dire, non dovevano interessarlo.
C'è anche da precisare che tra il nostro premier Silvio Berlusconi ed Ahmadinejad non corre assolutamente buon sangue. Questo da quando il Cavaliere, il 16 settembre del 2008 durante un incontro con una comunità ebraica, paragonò il leader iraniano ad Hitler, per via delle sue indecenti (ed è un eufemismo) dichiarazioni sull'Olocausto. Teheran definì allora i commenti di Berlusconi come "non degni del popolo italiano e della sua ricca cultura".
Un astio, dunque, che non nasce oggi, ma che comunque non giustifica certi negazionismi o, comunque, tali rimproveri su argomenti in cui l'Iran non può davvero ergersi a giudice. Bisogna dire, comunque, che probabilmente il tutto è da ricondursi a beghe tra Premier che ci dimostrano, ancora una volta, come la politica sia lontana dall'essere una cosa seria.
Rincuora il fatto che, almeno su un punto, questo G8 si sia trovato d'accordo: l'Iran dovrà adempiere ai suoi obblighi internazionali rispetto al proprio programma nucleare. Sarà poco ma, visti i tempi che corrono, accontentiamoci.
Francesco Balzano
