Semipedonalizzazione di Corso Vittorio: senza alcuna autorizzazione spuntano fontane e casseformi

29 Aprile 2014   15:29  

Le elezioni incombono ed il cantiere più criticato di Pescara deve essere chiuso e quindi riaperto al pubblico prima del fatidico 25 maggio, giorno delle elezioni comunali. Ed allora immediato il cambio di strategia: Corso Vittorio Emanuele non sarà semipedonalizzato fino a Via Ravenna ma si interromperà a Via Genova.
La variante non è ancora stata approvata dalla Giunta comunale ma la realizzazione di fontane e casseformi in cemento armato per nuove alberature servono ad assorbire quelle somme economiche che per forza di cose determineranno un accorciamento dell’asse di intervento tale da rendere giustificabile i lavori non più fino a Via Ravenna come previsto dall’originario progetto approvato ma si interromperà, molto presumibilmente, a Via Genova.
La ragion di stato della raccolta di un improbabile consenso elettorale ha fatto sì che l’attuale amministrazione di centrodestra dissipasse, ancora una volta, una preziosa risorsa economica per puro tornaconto politico e non per l’interesse reale della collettività amministrata.
All’indecenza di un intervento non condiviso con la Città si aggiunge lo sfregio di dilapidare, in questa fase di delicata e complessa crisi economica, una prezioso risorsa pubblica in opere superflue e futili.
Dopo aver letto l’opuscolo celebrativo del quinquennio masci-a-no, inviato a tutte le famiglie pescaresi si ha la precisa ed inconfutabile conferma che la dedizione di questi signori sia stata totalmente improntata ad accrescere il numero delle fontane cittadine.
Pertanto, alle tredici fontane monumentali citate nell’opera omnia di questa amministrazione si aggiungeranno quelle di Corso Vittorio Emanuele che cominceranno ad insidiare le 99 aquilane.
Una scellerata rincorsa che, sono certo, i pescaresi interromperanno il 25 di maggio.


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