Sesso per alloggi, D'Agostino annuncia querela contro Del Debbio

L'ex assessore contesta le frasi pronunciate al suo indirizzo

11 Settembre 2014   16:45  

Dopo aver visto ancora una volta tirata in ballo la sua vicenda giudiziaria tuttora in corso ed in attesa di giudizio, Ivo D'Agostino ha deciso di passare al contrattacco al fine di tutelare la propria immagine.

L'ex assessore alle Politiche della casa del Comune di Chieti, tornato libero dopo l'arresto a seguito delle accuse di aver preteso da sette donne prestazioni sessuali in cambio dell'assegnazione di un alloggio popolare e ritornato al proprio lavoro di impiegato presso la Asl teatina, ha infatti dato mandato ai suoi legali Edgardo Ionata e Domenico Di Terlizzi di presentare una querela nei confronti di Paolo Del Debbio, conduttore del programma di Rete 4 "Quinta Colonna", reo a suo dire di averne già di fatto determinato la condanna mediatica prima ancora di quella (eventuale) giudiziaria, di cui per saperne di più bisognerà attendere l'udienza preliminare dle prossimo 22 ottobre.

A quel che risulta, a scatenare la rabbia di D'Agostino sarebbe stata la filippica intrapresa in studio dal conduttore dopo l'intervista dell'inviato ad una delle presunte vittime, che ha asserito di essere stata invitata a cena da D'Agostino, pur senza specificare l'eventuale scopo della proposta.

Queste le parole pronunciate da Del Debbio in studio al termine del servizio e contestate da D'Agostino: "Mi piacerebbe avere questo qui davanti. Ma scusa un attimo da uomo a uomo, lascia perdere le donne, che gusto ci provi ad andare con una donna perché l’hai ricattata? Anche da un punto di vista umano, virile, che gusto c’è? Ma che uomo sei? Ma conquistala. Ci sarà ancora una bellezza in questo mondo nella conquista di una donna o nella conquista di un uomo da parte di una donna. Oppure è tutto uno schifo così: 'dai ti do la casetta... vieni a casa mia'. Ma quando sei lì non ti senti un imbecille?".

"Quanto accaduto viola palesemente i più elementari diritti costituzionalmente garantiti" - hanno detto i legali dell'ex assessore - "condannandolo ancor prima del processo, senza verificare la veridicità delle notizie diffuse e senza neanche concedere possibilità di contraddittorio".


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