Sgarbi adepto in setta di Barretta

Un giornale tedesco lo descrive come molto religioso

09 Novembre 2008   09:43  

di Gaetano Stellacci (ANSA) - BERLINO -

Helg Sgarbi (43 anni), lo svizzero detenuto in attesa di giudizio a Monaco di Baviera come presunto ricattatore della più ricca donna di Germania, Susanne Klatten (46), secondo il Berliner Zeitung di oggi sarebbe stato un semplice adepto della setta guidata dall'italiano Ernani Barretta. In una inchiesta giornalistica pubblicata oggi scrive che Sgarbi, ex impiegato di banca, studente di legge e modello occasionale, era molto religioso e nella sua cameretta in Svizzera, a Uznach sul lago di Zurigo, secondo un testimone oculare che gli aveva fatto visita in varie occasioni aveva le pareti coperte da numerosi santini. Barretta nell'inchiesta della magistratura italiana è descritto come un aiutante di Sgarbi per le riprese in video dei suoi rapporti sessuali con le signore poi ricattate, in realtà secondo il Berliner Zeitung era a capo di una setta moderna, che a un certo punto si è trasferito dalla Svizzera in Italia. La prima comparsa della setta di Barretta, scrive il Berliner Zeitung, avviene nel 1994 a Zurigo, quando nel corso di un anno ben sette persone si presentarono a un locale comitato, Infosekta, che si occupa di fornire aiuto a chi è caduto nelle grinfie di una setta. Racconta Susanne Schaaf, di Infosekta: tutti dissero di avere versato fino a 100 mila franchi svizzeri (al valore attuale sono 60 mila euro) a Barretta, il quale aveva organizzato la sua struttura reclutando persone sole e in cerca di calore del gruppo. Egli chiedeva donazioni mensili sino a 1000 franchi per un centro terapeutico per anziani che voleva costruire in Italia. Molti giovani avevano ritirato i soldi destinati alla pensione per darli a Barretta. Ma il centro terapeutico non fu mai realizzato, così come un convitto per orfani della guerra in Jugoslavia. All'epoca la magistratura di Zurigo aprì un procedimento per truffa contro Barretta, il quale però fuggi in Italia e il procedimento fu trasferito agli italiani, dove non se ne fece più nulla. Romeo Regennas, giornalista del quotidiano di Zurigo Tages Anzeiger, all'epoca si mise sulle tracce del gruppo dalle caratteristiche tipiche di una setta totalitaria, ha detto al Berliner Zeitung. Il capo Barretta era considerato un guaritore, si faceva chiamare "il portavoce di Dio" oppure "superiore al Papa", anche se in realtà era un ex saldatore, figlio di un bracciante abruzzese. I suoi adepti erano convinti che, quando faceva il guaritore, aveva le stigmate, le ferite di Gesù Cristo. I seguaci di Barretta a Zurigo vivevano tutti nel quartiere universitario, molti erano studenti di legge come più tardi anche lo stesso Sgarbi. Barretta, secondo Regennas, basava il suo potere su tecniche psicologiche, compresa la ipnosi, e anche sul rapporto personale. Le donne della setta, che lui chiamava "le mie galline", venivano convinte a avere rapporti sessuali con lui e la moglie di Barretta , originaria della Svizzera, sopportava senza protestare. "La setta funzionava attraverso il legame personale dei seguaci con il guru" afferma Regennas. Attualmente la setta, che non ha un nome, secondo il Berliner Zeitung dovrebbe esistere soltanto in Italia dove ha circa 30 seguaci tutti servitori, amministratori o camerieri nel rifugio Valle Grande del loro guru. Il quale in paese si fa chiamare "il principe di Pescosansonesco".


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