"Siamo una Squadra Fortissimi!" Franco Busatta Svela il suo Dylan Dog Olboy al Nostro Direttore

09 Aprile 2025   14:31  

Dopo anni di attesa, Luca Di Giacomantonio di Recensioni.tv intercetta Franco Busatta, curatore della recentemente rinnovata testata Dylan Dog Old Boy, per svelare i segreti, le ispirazioni e le inaspettate dinamiche dietro le sue scelte editoriali che dividono i fan.

"Ciao, finalmente dopo anni riesco a intervistare Franco Busatta," esordisce Luca Di Giacomantonio, aprendo un dialogo a lungo desiderato. "Ciao Luca, come stai?" risponde Busatta, pronto a svelare i misteri che avvolgono Dylan Dog Old Boy. "Finalmente io, dopo anni, riesco a conoscere il mitico Lucadeejay!" continua Busatta, instaurando subito un tono diretto e senza filtri.

"Questo Dylan Dog Old Boy, andiamo subito al sodo," incalza il direttore di Recensioni.tv, "quanto sarà nuovo e quanto invece rimarrà cristallizzato nel vero 'old'?" Busatta spiega come l'obiettivo sia mantenere un delicato equilibrio tra le due anime della serie. "Sarà sempre ambientato negli anni 80, però la scrittura è inevitabilmente contemporanea." Il curatore sottolinea la sua costante ricerca di una fusione tra l'aspetto retro della serie e una sua passione sperimentale per il linguaggio del fumetto, elemento distintivo degli albi Old Boy finora pubblicati e che continuerà a caratterizzare le future uscite. Un segnale di questa direzione innovativa, secondo Busatta, è ben visibile nella grafica di copertina, a volte volutamente disturbante, e nella scelta audace del logo tagliato, una precisa volontà di non rimanere ancorati unicamente al passato.

Nonostante qualche iniziale perplessità da parte dello stesso Di Giacomantonio riguardo a certe scelte grafiche, l'attenzione si sposta sul contenuto degli albi. "Che cosa ci aspetta per questi primi numeri della nuova serie Old Boy da una sola storia?" chiede il direttore di Recensioni.tv. Busatta rivela il suo entusiasmo per le storie in arrivo, definendo le prime tre come tra le più belle che gli siano mai capitate per Old Boy. La prima storia è firmata da Bruno Enna e Gianluca Acciarino, un connubio artistico che riprende l'atmosfera di "Reservation Dogs", serie amata da entrambi e che a sua volta si ricollega a "Saguaro", altra opera di Enna. Busatta elogia la sensibilità e la profondità emotiva della sceneggiatura di Enna, magistralmente resa dalle matite di Acciarino. La seconda storia porta la firma di un autore iconico: Bilotta, un nome che per Di Giacomantonio evoca immediatamente il celebre motto "Bilotta non mollare!". Busatta anticipa un racconto che per certi aspetti rimanda alla liricità e alla grande eleganza stilistica di "Mercurio Loi" di Alessandro Bilotta.

Di Giacomantonio coglie l'occasione per porre una domanda che lo incuriosisce da tempo: "Come si costruisce l'Old Boy? Perché i critici, non ci nascondiamo, dicono: 'eh, le storie scartate'." Busatta respinge categoricamente questa ipotesi, affermando con decisione che le storie di Old Boy sono quelle che personalmente ha interesse a raccontare e a mettere in lavorazione. Questa differenza di visione con Barbara Baraldi, pur riconoscendo la loro proficua collaborazione, è il tratto distintivo della testata. Baraldi, in quanto curatrice della serie regolare, persegue un altro genere di narrazioni. Old Boy, quindi, rappresenta l'espressione del personale immaginario di Busatta, un immaginario a volte super sperimentale e folle, che necessita di essere moderato per un prodotto che rimanga accessibile e accattivante per il pubblico.

Lo stesso Di Giacomantonio ammette di aver spesso pensato che alcune storie di Old Boy avrebbero trovato una collocazione ideale nel Color Fest, proprio per la loro natura sperimentale. Busatta concorda su questo punto, precisando però che, a livello grafico, Old Boy mantiene un approccio più convenzionale rispetto al Color Fest. Il curatore esprime la sua predilezione per il disegno classico bonelliano e per disegnatori solidi come Gianluca Acciarino, che incarna l'emblema dell'artista da lui ammirato: nessun effetto speciale, nessuna gabbia stravagante, ma una griglia regolare esaltata da un disegno di una solidità impressionante.

Non manca una domanda più maliziosa da parte di Di Giacomantonio: "Ammettilo, siccome sei tu a gestire un po' di disegnatori per tutti, anche per la Baraldi, ogni tanto te ne rubi uno un po' più interessante per te." Busatta smentisce categoricamente questa frecciatina. Sottolinea come sia Barbara che Claudio Lanzoni abbiano una loro visione specifica del disegno, spesso differente dalla sua. Mentre loro prediligono una gabbia più aperta e disegnatori funzionali a quel tipo di stile per la serie regolare e altre testate, Busatta si trova perfettamente a suo agio con la gabbia tradizionale bonelliana, con rare eccezioni per Old Boy. Le visioni e i gusti tra lui e gli altri curatori sono complementari ma assolutamente autonomi, basati su scelte individuali e confronti costruttivi, senza alcuna "sottrazione" di talenti.

La conversazione si sposta poi sugli attuali interessi letterari di Franco Busatta. Il curatore rivela di essere immerso nella lettura di "Luna Comanche" di Larry McMurtry, quarto volume di una saga western che lo appassiona profondamente e che cita anche nell'editoriale del primo numero del nuovo Old Boy, in dialogo con Bruno Enna. Questo interesse si lega in parte all'ambientazione western, seppur contemporanea, del primo albo di Old Boy.

Infine, Di Giacomantonio chiede a Busatta come sia avvenuto il suo spostamento da Milano a Romics. Il curatore spiega che è stata una volontà di Barbara Baraldi, desiderosa di averlo al suo fianco in occasione della sua premiazione con il Romics d'Oro. Busatta esprime il suo grande piacere nell'essere presente per congratularsi con lei per i risultati ottenuti, sottolineando ancora una volta lo spirito di squadra che anima il team Bonelli, un gruppo unito e affiatato. "Sì, qui in questo momento siamo veramente 'una squadra fortissimi'," conclude Busatta, prima dei ringraziamenti finali di Di Giacomantonio.


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