Tassazione in Abruzzo, interviene Confindustria

15 Maggio 2008   14:36  

Pubblichiamo integralmente la nota diffusa dal presidente di Confindustria Abruzzo, Calogero Marrollo.

 

 

La recente vicenda che ripropone la possibilità di un nuovo aumento della tassazione a carico delle imprese e dei cittadini innesca una situazione di una gravità estrema a cui la Regione e la politica nel suo complesso devono dare delle risposte immediate e convincenti. L’aumento ulteriore dell’IRAP -imposta che ricordiamo incidere prevalentemente sul costo del lavoro e sull’esposizione finanziaria-  sulle imprese comprometterebbe la competitività del sistema imprenditoriale e i livelli occupazionali abruzzesi oltre ogni limite sopportabile. Ma quello dell’IRAP, legato alle note vicende di mala gestione della spesa sanitaria,  non è il solo caso sul tappeto e se la questione IRAP è legata anche a “dictat” governativi, vi sono altre questioni, che vanno ad appesantire gravemente la situazione abruzzese, che invece sono di diretta gestione della Regione e che richiedono immediata soluzione. Ci riferiamo ad esempio alla proposta, da parte della Regione, di introdurre in Abruzzo una tassa sull’emungimento delle acque minerali come se le imprese di questa regione non fossero già gravate da un carico fiscale (vedi per l’appunto IRAP) già superiore  rispetto alle altre regioni. Senza considerare una serie di anomalie di tale proposta (es. massima imposizione tra quella imponibile dalla forbice prevista dalla normativa nazionale, imposizione sull’emunto e non sull’imbottigliato), ci si chiede cosa si voglia ottenere: che le imprese abruzzesi del settore (acque minerali) smobilitino e vadano ad investire altrove?Altro esempio: in base all’attuale piano regionale per la tutela della qualità dell’aria in una serie di comuni insistenti nelle aree industriali della Val Pescara -dove l’inquinamento è determinato dal traffico locale e quindi da infrastrutture inadeguate- non è più possibile effettuare nuovi investimenti. Vi sono importantissime realtà industriali che nonostante dotate di soluzioni tecniche all’avanguardia dal punto di vista ambientale, si stanno vedendo negare le autorizzazioni dagli uffici regionali. Anche qui ci si chiede cosa si voglia ottenere: che le imprese vadano ad investire altrove e smobilitino dalla nostra regione?Ulteriore, ma più importante, esempio di autolesionismo regionale: LR n.2/08  “Interventi urgenti per la Costa teatina”. Molto si è detto su questa legge che con l’intento -o la scusa- molto discutibile di bloccare il Centro oli di Ortona di fatto -dando seguito ad argomentazioni demagogiche e pauperiste- praticamente blocca la possibilità di effettuare qualsiasi nuovo investimento, ancorché già autorizzato, in tutto Abruzzo ( e non solo nei comuni della costa teatina). Molti gli interventi delle massime rappresentanze politiche regionali che hanno effettivamente ammesso che tale legge debba essere cambiata o abrogata ma nessuno ancora fa niente. Si vuole veramente che l’economia regionale si fermi, che le imprese rinuncino ad investire e a creare occupazione o che vadano a farlo in altri lidi?  Nel frattempo le  riforme strutturali da tempo richieste dal mondo imprenditoriale e civile, e ormai necessarie (riforma sistema sanitario, riforma dei consorzi e dei distretti industriali, gestione rifiuti, programmazione economica e dell’innovazione, ecc.), non sono neanche avviate o prese in esame e il rischio che la situazione economica regionale - già compromessa da fattori esterni quali l’aggressività della competizione internazionale e il costo delle materie energetiche- precipiti è grande. 

La situazione impone risposte immediate e coraggiose a cui la Regione e la politica devono dare soluzioni, a cominciare dall’imposizione fiscale che non può essere aumentata o aggiunta (IRAP e Tassa acque minerali) e dalle situazioni che impediscono nuovi investimenti in Abruzzo (Piano Regionale per la tutela della qualità dell’aria e LR n.2/2008  “Interventi urgenti per la Costa teatina”).  

E se la “questione IRAP” impone confronti a livello nazionale, le altre questioni sono risolvibili da subito, se vi è la reale volontà politica, con provvedimenti regionali (ritirare la tassa sulle acque minerali, abrogare la LR 2/08, modificare piano regionale per la tutela della qualità dell’aria). Allo stesso modo, in questo scorcio di legislatura è possibile e si deve procedere alla soluzione strutturale di questioni quali la riduzione e razionalizzazione della spesa sanitaria, della gestione degli enti strumentali e in particolare di quelli di programmazione economica (consorzi e dei distretti industriali) o della gestione rifiuti in Abruzzo prevedendo la realizzazione di impianti ad alta tecnologia per lo smaltimento dei rifiuti. 

Non è più tempo di parlare ma di fare. La politica e le sue espressioni istituzionali non possono più “nicchiare” o fare finta di niente rinviando le necessarie assunzioni di responsabilità: altrimenti si rischia la bancarotta e la vicenda sanitaria  e dell’aumento del carico fiscale sta a dimostrarlo.

  Cav. Calogero Riccardo Marrollo Presidente Confindustria Abruzzo

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