Terremoto in Emilia: la prima notte degli sfollati, con la terra che trema e la pioggia incessante

21 Maggio 2012   10:55  

E' trascorsa tra molti disagi la prima notte degli sfollati, oltre 4mila, vittime del sisma emiliano. 

La temperatura è vicina ai 10 gradi centigradi, piove ininterrottamente dalle 5 di questa mattina e spira un forte vento su tutta l'area colpita dal terremoto.  Attimi di tensione si sono registrati a Finale Emilia, dove si è verificata una discussione animata tra un gruppo di persone di origine straniera, in particolare maghrebini, e gli operatori della Protezione civile.

"I letti arrivavano a singhiozzo - conferma un operatore - e li davamo prima ad anziani e bambini. Loro si sono sentiti esclusi, e c'e' stata una discussione, per fortuna subito placata".  

Il presidente della Regione Emilia Romagna Vasco Errani ha lanciato oggi un appello: "Deve scattare la solidarietà di tutto il Paese, non è possibile pensare diversamente".   Il sottosegretario alla presidenza del consiglio dei ministri Antonio Catricalà è in partenza per raggiungere le zone colpite dal sisma che ha colpito l'Emilia Romagna.

Molti istituti bancari intanto hanno deciso una moratoria fino a 12 mesi sulle rate dei mutui accesi sugli immobili danneggiati, sia ad uso abitativo che produttivo, mantenendo inalterate le condizioni e un plafond di 50 milioni di euro per finanziamenti per il ripristino delle strutture danneggiate (abitazioni, negozi, uffici, laboratori artigianali, immobili ad uso produttivo). 

Dalla prima scossa delle 4.05 di domenica, sono state registrate altre 150 scosse, alcune solo strumentali, ma la maggioranza chiaramente avvertite dalla popolazione.

Dai primi calcoli il terremoto che ha colpito questa mattina l'Emilia Romagna  ha causato danni all'agricoltura per oltre 250 milioni di euro.  danneggiati allevamenti di maiali, bovini, e ad essere colpite sono soprattutto le forme di formaggio fresche (sei mesi di stagionatura) danneggiate dal crollo delle 'scalere', le grandi scaffalature di stagionatura che sono collassate sotto la scossa di terremoto di 6 gradi della scala Richter.

Secondo una prima valutazione i danni ammontano, solo per il Parmigiano Reggiano, ad oltre 100 milioni di euro. 

Sul Resto del Carlino cronache della nottata:  

LA NOTTE DEGLI SFOLLATI A SAN FELICE E FINALE EMILIA (MODENA) 

di Valerio Gagliardelli e Francesco Vecchi 

A San Felice, epicentro del terremoto, fin dal tardo pomeriggio il cuore del paese, della gente, dei soccorsi, ha traslocato nelle scuole medie. Ai margini di un centro storico che di fatto non c'è più. Così le aule, svuotate dai banchi, hanno iniziato a riempirsi dei residenti, arrivati a decine anche dalle campagne vicine. Prima cosa, stabilire le priorità e sistemare le categorie di cittadini più a rischio: malati, anziani, disabili donne incinte, bambini.

Chi fatica a muoversi viene recuperato dai soccorritori direttamente nella case o nelle auto, diventate l'unico tetto sicuro dopo la prima grande scossa del mattino. E la macchina organizzativa funziona bene, fin da subito, anche grazie all'atteggiamento collaborativo della popolazione.

La scuola viene divisa come in settori: al piano terra anziani e disabili, un piccolo ambulatorio medico per le piccole emergenze e una schiera di sedie lungo i corridoi. A primo piano, invece, mamme e bambini, che non hanno difficoltà a fare una rampa di scale. Intorno, è tutto un via vai di brande, coperte, cuscini e materassi: alle 20 la divisione degli spazi appare già ben definita e all'ingresso è ormai a regime una sorta di banco di registrazione.

Chi arriva lascia nome e cognome, viene inserito in una categoria e poi sistemato seguendo le priorità già fissate. Pochi minuti, è arriva un'altra scossa. Nessuna urla o si lascia andare a scene di panico: la paura resta negli occhi della gente, ma fa ancora più effetto. C'è chi nemmeno riesce a stare all'interno della scuola, per quanto è terrorizzato dagli ambienti chiusi. Arriva l'ora della cena: cucina improvvisata in aula in fondo al corridoio, servono a tutti un po' di mozzarella, fagioli e tonno.

Smaltita la fila, iniziano le operazioni per la notte.

Abbastanza ordinate, senza particolari problemi, ma oltre le cento persone non si sta. Tra le 21,30 e le 22 arrivano altre due scosse, ma la reazione ancora una volta è silenziosa. L'abitudine si è ormai fatta largo. In piazza del mercato intanto la protezione civile ha cominciato ad allestire una delle tendopoli munita di un centro di assistenza medica.

I soccorsi regionali sono in moto e a pieno regime ma i lavori sono resi più difficili, e non poco, dalla pioggia che incessante cade su San Felice ferita. Le strutture blu elettrico che man mano passa il tempo occupano il perimetro dell'asfalto percorso da lunghe crepe fanno da contrasto al centro storico, in diversi punti ridotto a un cumulo di macerie. La Rocca (XIV - XV secolo) è completamente distrutta, impressionante notare come le scosse la abbiamo spaccata di netto in due.

Tutti gli accessi transennati danno lo chiara sensazione del trovarsi in un paese fantasma. Qualche residente ha avuto la possibilità di passare la notte nella propria abitazione agibile, ma le luci accese sono davvero una rarità nel buio. Numerose invece le auto parcheggiate nelle aree più aperte, in tanti hanno infatti scelto di passare così questa notte davvero difficile. Le scosse di terremoto sono state numerose e di varia intensità, alcune piuttosto violente tanto da far echeggiare in tutto il paese il tremendo rumore del sisma.Ancora più complicata, se possibile, la situazione a Finale Emilia. Lì carabinieri e guardia di finanza hanno presidiato fino al mattino gli accessi alle parti più colpite dal terremoto. Il pericolo di crolli è notevole e in più si temono gli sciacalli. A Finale sono tre le tendopoli allestite, tali da accogliere (una volta ultimate) 750 persone. In una di queste sono state fatte confluire tutte le persone portatrici di handicap e anziane. La macchina dei soccorsi anche qui è davvero efficiente e ben organizzata; la popolazione segue con ordine le indicazioni che vengono date per trovare la propria sistemazione. I volti dei finalesi sono stanchi e provati, si stanno preparando a passare la loro prima notte in tenda con la consapevolezza che per molti di loro sarà solo la prima di una lunga serie. 

LA NOTTE DEGLI SFOLLATI A FERRARA
di Benedetta Salsi

Una notte tra gli sfollati, al Pala Reno di Sant’Agostino (Guarda le foto) Qui, nel Comune dove il bilancio delle vittime dopo il terremoto devastante dell’altra notte è risultato più pesante, oltre 130 persone hanno dormito nella palestra comunale. E noi con loro. Le brandine blu della protezione civile sono arrivate verso le 23,30. Famiglie con bambini piccoli, anziani, coppie, tanti stranieri: tutti a cercare un po’ di pace nella struttura “più sicura del territorio”; nuovissima, fatta di legno. 

Si erano appena abbassate le luci, poco dopo l’una, quando un’altra scossa ha rotto l’equilibrio precario di nervi e sopportazione. “Sono sconvolta, è l’esperienza più traumatica della mia vita”, smozzica tra i denti la signora Maria Teresa, 62 anni. Abita poco lontano da qui, ma a casa non può tornare. “Aspettiamo le verifiche dei vigili del fuoco sull’agibilità”.

Le mamme tengono abbracciati stretti i loro piccoli, gli carezzano la testa, cercando di tranquillizzarli. Ma i vagiti e i pianti disperati, a cadenza regolare, spezzavano il silenzio. Fuori il tempo continua a martoriare un territorio già troppo ferito. Da ieri pomeriggio non smette di piovere. “Tutto questo rende ancora più difficili le operazioni di ispezione delle abitazioni”, spiega Massimiliano Tagliatti, responsabile del centro di accoglienza della protezione civile. Verso le 8 si è svolto il primo summit, alla presenza del sindaco di Sant’Agostino, Fabrizio Toselli, e delle forze dell’ordine. “Ora la priorità è ripristinare l’agibilità delle case e la rete idrica, gravemente compromessa”, dice. 

Il resto si chiama ‘conta dei danni’ e continuerà per giorni.La notte è trascorsa così, tra chi non è riuscito a chiudere occhio e ha giocato a carte davanti agli aggiornamenti continui dei telegiornali e il crosciare di un rivolo d’acqua che riusciva a infiltrarsi dal soffitto. La forza di volontà della gente, che nonostante tutto riesce a sorridere. Come la donna di 92 anni con un occhio nero, causato da una caduta dopo il terremoto. In una forma splendida. Verso le 2 si spalanca la porta del palazzetto.

“Ho portato qui una coppia di giornalisti cinesi”, sdrammatizza un taxista. “Siamo partiti dall’aeroporto di Bologna”. Nella prima mattina arrivano anche le televisioni francesi, tedesche.  “Tutti i parcheggi, da qui a Bologna, erano pieni di macchine”, racconta un ragazzo. Quasi tutta la popolazione dell’Alto ferrarese ha passato le ultime ore sul sedile dell’automobile, lo conferma il sindaco. Intanto i volontari, splendidi e sempre presenti, distribuiscono tè caldo. Gli anziani aspettano l’arrivo delle brioches, nella speranza che la vita ritorni a scorrere (in apparenza) normale.


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