Terreni espropriati, le prime proteste dei proprietari

A Sassa individuati lotti accanto a terreni comunali

14 Maggio 2009   13:26  

La Protezione Civile, con i tecnici dell'Agenzia del Territorio, sta coordinando le prime operazioni di immissione in possesso dei venti terreni su cui saranno costruite le strutture antisismiche annunciate da Guido Bertolaso nei giorni scorsi. Uno dei primi procedimenti è in corso a Coppito, a due passi dalla Caserma della Guardia di Finanza. I tecnici dell'Agenzia del Territorio stanno consultando le visure catastali alla presenza di due volontari della Croce Rossa chiamati come testimoni. In quest'area sorgeranno quattro moduli abitativi in grado di ospitare almeno 80 appartamenti che accoglieranno circa 350 persone. L'area è a due passi da un torrente affluente del fiume Aterno. "Si tratta della prima fase di acquisizione che prevede temporaneamente l'occupazione anche di un'area più ampia di quella che verrà poi espropriata - ha spiegato il direttore dell'ufficio sismico, Mauro Dolce -. Abbiamo bisogno, per esigenze di cantiere, di più metri di terreno a disposizione". Secondo Dolce, queste nuove strutture che sorgeranno permetteranno di evitare la fase dei container. "La gente passerà dalle tende alle case nel giro di sei-sette mesi - ha spiegato -. All'occorrenza si potrà prevedere anche una fase intermedia in appartamenti sfitti o in alberghi. I primi insediamenti saranno disponibili da settembre e si costruisce per almeno 15 mila persone". Le verifiche tecniche dei terreni consistono in una prima ricognizione, con le cartine topografiche alla mano, per dividere il terreno a seconda del tipo di vegetazione. "Stiamo effettuando una ricognizione - ha spiegato il geometra dell'Agenzia del Territorio di Pescara, Francesco Vasta - per ottenere dei dati da trasmettere all'agenzia e quindi agli eventuali proprietari dei terreni".

Ma le operazioni di esproprio non sono del tutto indolore, talvolta anzi appaiono assolutamente incomprensibili. È il caso dei ventimila metri quadri espropriati a Pagliare di Sassa, appartenenti a tre privati che fra l'altro stavano già predisponendo la piattaforma di cemento sulla quale installare il prefabbricato che gli avrebbe permesso di tornare sotto un tetto prima dell'inverno. Ciò che manda su tutte le furie i proprietari è il fatto che a pochi metri dal lotto c'è un sito che avrebbe potuto assolvere allo stesso modo a tale compito che è di proprietà comunale.

Il primo sopralluogo di questa mattina da parte dei tecnici dell'Agenzia del Territorio ha scatenato l' ira dei proprietari delle tre particelle catastali che compongono l'area designata per la costruzione delle nuove case.  "E' una cosa inaudita - commentano - ci stanno cacciando fuori da casa quando qui nell'abitato di Pagliare esiste un terreno di quattro ettari di proprietà del Comune. Nessuno è andato mai a vedere se è il caso di costruire lì le nuove abitazioni, nonostante l'area sia di gran lunga inutilizzata durante l'anno". Il terreno comunale ospita una struttura pubblica dal nome "La casetta che non c'é" e, ora, anche parte della tendopoli di Pagliare di Sassa.


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