"The American", la solitudine (aquilana) di un killer

La recensione del film

18 Settembre 2010   16:55  

"The American"

Regia: Anton Corbjin
Cast: George Clooney, Violante Placido, Thekla Reuten, Paolo Bonacelli, Bruce Altman,  Filippo Timi, Irina Björklund, Samuli Vauramo, Patrizio Pelizzi, Lars Hjelm, Johan Leysen, Giorgio Gobbi, Silvana Bosi, Guido Palliggiano, Antonio Rampino, Ilaria Cramerotti, Angelica Novak, Raffaele Serao, Anna Foglietta, Sandro Dori
Genere: Drammatico
Durata: 105 minuti
Voto: O


Essendo un assassino, Jack si sposta di continuo ed è sempre solo. Quando un lavoro in Svezia si conclude piuttosto male rispetto al previsto per questo americano espatriato, Jack si ritira in campagna, in italiana. Si gode l’opportunità per restare lontano dalla morte per un po’ mentre si annida in un paesetto medievale. Lì Jack accetta l’incarico di costruire un’arma misteriosa per un contatto misterioso, Mathilde.
 
"The American" più che un thriller è un western moderno, come l'ha definito lo sceneggiatore Rowan Joffe, che ha deciso di seguire più le indicazioni del regista Anton Corbijn che quelle del romanzo "A Very Private Gentlman", da cui il film è tratto. Ed in effetti il protagonista Jack assomiglia molto ad un pistolero d'altri tempi, triste  e solitario, in cerca di redenzione dai peccati commessi in passato.

Il nostro eroe vaga per le selvagge montagne abruzzesi in cerca di sè stesso, tra lungi silenzi e scarni dialoghi che rendono questa pellicola assai lontana dalla filmografia tipica del genere. George Clooney è quantomai solo, il cast di contorno (che definire poco azzeccato è un eufemismo) serve solo a far numero, non avendo alcun effetto apparente sul cambiamento interiore del personaggio principale, come, invece, avrebbe dovuto essere.

Gli attori italiani sfoggiano un'involontaria interpretazione fantozziana: Paolo Bonacelli è l'ennesimo prete peccatore ed attempato, Violante Placido sembra più un manichino che un'attrice mentre il povero Filippi Timi, forse l'unico a meritare più spazio, è relegato al triste ruolo di un inutile (ai fini della storia) meccanico di paese.

Nonostante i buoni propositi di realizzare un film nell'Abruzzo del post-terremoto, con lo scopo di risollevarne le sorti economiche, "The American" rimarrà impresso nella mente come uno dei peggiori film del 2010, dove nulla gira per il verso giusto dando al risultato finale un'aria da film di serie C. A completare un quadro già pessimo arriva un finale patetico, almeno quanto l'assurdo, ennesimo omaggio americano al cinema del grande Sergio Leone.

Un solo aggettivo: inutile.

Francesco Balzano

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