Costretti dai fatti torniamo, ancora una volta, sulla situazione della viabilità nel capoluogo.
Ai numerosi proclami del sindaco Massimo Cialente sono seguiti, per usare un eufemismo, pochi fatti. La chiusura al traffico del centro storico è ancora al di là da venire, l'annunciato bando di concorso per l'assunzione di altri otto vigili urbani, giace evidentemente ancora nel cassetto di qualche ufficio, così il corpo, è ancora con la metà degli agenti che servirebbero.
I sessanta vigili urbani corrono, per tornare ad usare quella figura retorica che tanto ci sta a cuore, da una parte all'altra della città, o meglio, del centro storico di essa. Sfidiamo chiunque a segnalarci la presenza di una pattuglia di vigili urbani in una delle cinquantanove frazioni del Comune dell'Aquila.
Tanto rigore di giorno - nel blindato centro storico, s'intende - per altrettanta superficialità di notte. Scese le tenebre la città diventa terra di nessuno, una sorta di zona franca.
Auto parcheggiate ovunque e zero controlli, sempre in virtù di quella carenza d'organico del corpo di polizia municipale.
La tolleranza zero giornaliera è diventata invece una sorta di terrorismo psicologico che genera confusione mentale: nelle ztl le contravvenzioni fioccano anche per titolari di permesso, sovente giustificate dalla sosta degli autoveicoli al di fuori degli inesistenti stalli consentiti.
Anche l'Amministrazione fa la sua parte, comprensibile del resto nell'epoca del taglio dell'Ici, ma almeno si potrebbe evitare di disdegnare preziosi contributi, come quello venuto nei giorni scorsi dalla VII Circoscrizione per risolvere, o almeno tentare, il problema del traffico nell'anello di piazza d'Armi.
Lodevole, infine, ci scuserete per il cambio di tema, il lavoro della Polizia di Stato, che ha sgominato un giro di prostituzione, dove le ragazze squillo si concedevano a tariffe agevolate a giovani e studenti.
(MS)
