La famiglia di Paola C., una studentessa universitaria di 23 anni, ha ricevuto un risarcimento di un milione di euro a seguito della morte della giovane in un incidente avvenuto durante una pratica erotica a Roma. Paola, originaria di Villa Bladassari e iscritta alla Sapienza di Roma, è deceduta per soffocamento nella notte tra il 9 e il 10 settembre 2011. L'incidente è avvenuto in un garage in via di Settebagni, dove la ragazza partecipava a un gioco che coinvolgeva lo shibari, un'antica forma di bondage giapponese.
Insieme a Paola, c'erano Soter Mulé, un ingegnere romano, e una seconda ragazza di 24 anni che è rimasta ferita. Mulé, inizialmente accusato di omicidio preterintenzionale, è stato condannato a 3 anni e 6 mesi con l'accusa di omicidio colposo, aggravato dalla previsione dell'evento. La condanna è stata confermata in Cassazione, e l'ingegnere ha scontato due giorni di carcere prima di essere posto agli arresti domiciliari e, successivamente, rilasciato per scadenza dei termini di custodia cautelare.
Lo shibari, noto anche come kinbaku, è una pratica di bondage artistico giapponese che utilizza corde di canapa, iuta o lino per legare il corpo in forme estetiche e simboliche. Il focus dello shibari non è solo sul controllo della persona legata, ma sull'armonia e il piacere visivo creati dalle corde sulla pelle.
Dopo anni di indagini e procedimenti legali, la sentenza civile ha riconosciuto il grave danno subito dalla famiglia di Paola, e il maxi risarcimento rappresenta un parziale riconoscimento della loro sofferenza. Il caso ha suscitato ampio dibattito sulla sicurezza e le pratiche di giochi erotici, sollevando interrogativi sulla responsabilità e la prevenzione di tali incidenti.